2015
Morata: «Resto alla Juventus per vincere»
L’attaccante snobba il Real Madrid: «Non ci penso neanche»
La sua avventura è cominciata nel peggiore dei modi, con un infortunio, ma Alvaro Morata è diventato a distanza di nove mesi un punto di forza della Juventus: «Il rumore del ginocchio era stato terribile, mi immaginavo uno stop di sette-otto mesi. Devo ringraziare i fisioterapisti, ma anche il mio entusiasmo e la forza di volontà. Poi ho affrontato le difficoltà di un cambio totale: non è facile arrivare in Italia e capire tutta questa tattica. E poi il lavoro fisico che si fa qui è completamente diverso: ci sono voluti un paio di mesi per abituarmi a una tale quantità di novità», ha raccontato l’attaccante bianconero ai microfoni di Tuttosport.
GRUPPO – Un punto di forza, dunque. Ma un giocatore importante come tanti. Si sente così Morata, che ha sottolineato l’importanza del gruppo: «Non credo di essere titolare. Il punto forte di questa squadra è proprio essere come una famiglia. E’ per questo che possiamo arrivare molto lontano. Alla Juventus non c’è nessuno nello spogliatoio che si sente più importante. Per me è stato incredibile il fatto di poter parlare di qualsiasi cosa con Buffon, con Pirlo. E loro mi danno una mano per qualsiasi cosa. Pirlo non è così serio come lo vedete voi e poi in campo… Dal vivo è spaventoso. Se si ferma a battere le punizioni e io ho finito l’allenamento, mi rimetto le scarpe e rimango con lui. Lo stesso con Tevez. E’ un fenomeno con l’attitudine di un esordiente. E’ una leggenda. Si preoccupa molto per me. Li guardo e penso: quanto posso migliorare ancora».
FUTURO – Il calciatore spagnolo ha parlato poi di Paul Pogba e soprattutto allontanato la possibilità di tornare al Real Madrid, che vanta la clausola di recompra: «Pogba è un grande giocatore, un amico e una brava persona. Per me diventerà il numero uno al mondo e se non lo diventa sarà comunque nei primi tre. Voglio lasciare il segno nella storia di questo club. Se ho fortuna e lavoro bene, posso rimanere a lungo e scrivere la mia storia qui. Real Madrid? Non ci penso neanche. Ero senza fiducia l’anno scorso, la Juventus è venuta a casa mia e mi ha chiesto di venire qui, dimostrandomi grande fiducia. Io ho investito sulla Juventus, perché avevo altre offerte, anche più remunerative, ma come fai a dire no alla 9 della Juventus?»
EUROPA – Si passa poi alla Champions League, che lui ha vinto con il Real Madrid. La Juventus può andare avanti, ma non mancheranno le insidie contro il Monaco: «Se sono ai quarti di finale come noi non possono essere deboli. Dobbiamo dare tutto: è la Champions, non esistono partite facili. Non è sempre importante avere grossi nomi, ma avere un gruppo forte. E il nostro è fortissimo. Poi ci vuole fortuna. L’impresa dell’Atletico Madrid deve essere un riferimento per noi, ma concentriamoci sul Monaco. Dal Westfalenstadion abbiamo mandato un messaggio a tutta l’Europa»
LA SFIDA – Intanto deve fare i conti con il rammarico per l’espulsione nella semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina, perché lo costringerà a fare da spettatore alla finale: «Sono arrabbiato, perché non ho toccato il giocatore della Fiorentina. Al massimo può essere giallo perché arrivavo da dietro e forse posso aver dato l’impressione di un fallo duro… Come l’abbiamo preparata? E’ stato grandissimo Allegri. Ci ha detto di stare tranquilli. Abbiamo giocato senza paura. Questa squadra è forte in tutti i reparti. Come fa Tevez a tirare forte? E’ il golf, colpisce col piede come con la mazza da golf. Me lo hanno spiegato lui e mio padre».
SORPRESE – Infine, una panoramica sul calcio italiano. Dalle squadre che lo hanno colpito di più al giocatore che lo ha impressionato maggiormente: «L’Empoli. E’ arrivato dalla Serie B, non ha investito molto, ma è un piacere vederli. Anche il Palermo mi è piaciuto molto. Sarri al Milan? E’ un allenatore che meriterebbe una grande squadra, sono convinto che farebbe bene. Giocatore che mi ha stupito? Felipe Anderson, penso che sia bravissimo e che diventerà uno dei più grandi. Potrebbe giocare pure con il Real Madrid o il Barcellona, anche se in Spagna farebbe meno la differenza di quanta ne fa qui».