L’allenatore del Chievo resta vigile sull’obiettivo

I giochi per la salvezza sono ancora aperti, ma il Chievo Verona può guardare con fiducia al traguardo. Rolando Maran, però, preferisce mantenere la calma: «Ci siamo portati avanti, però i numeri dicono che dobbiamo ancora correre. Abbiamo dato una bella registrata alla classifica, ci sorride molto ma non è ancora fatta. Abbiamo fatto un grande lavoro per migliorare in maniera progressiva. Occorre avere lo stesso atteggiamento, testa bassa e pedalare», ha dichiarato il tecnico del club clivense ai microfoni di Tuttosport.

LA RISALITA – Maran, che preferisce non fare tabelle ma intanto è rammaricato per le tante occasioni sprecate dagli attaccanti, che d’altra parte si sacrificano molto in fase difensiva, ha parlato del suo lavoro dopo l’insediamento ad ottobre: «Abbiamo recuperato la compattezza e l’equilibrio. Sono arrivati i risultati e la fiducia nei nostri mezzi, è cresciuta l’autostima. Abbiamo usato bene le nostre armi. L’ho subito detto: nel Chievo c’è un dna particolare, un senso unico di appartenenza. E’ una piazza fatta a modo suo, senza pressioni. E’ stato bravo il presidente Campedelli in questi anni a fare emergere questo senso di appartenenza, è ciò che ti fa andare oltre i sacrifici», ha spiegato l’allenatore, secondo cui il momento decisivo è stato la vittoria contro il Parma.

SPOT E REALTA’ – A proposito del club ducale, Maran è intervenuto per commentarne la crisi: «Parma è un bellissimo spot, dimostra che il calcio è prima di tutto una passione. Poi storie come la nostra, il Sassuolo, il Carpi che verrà. Dimostrano a tutti che si può fare calcio in un certo modo, che c’è spazio anche per le piccole. Noi siamo l’esempio di come i risultati si ottengono quando tutti remano dalla stessa parte, mai come quest’anno è stata la nostra forza». 

LA BANDIERA – La definizione di “squadra di vecchietti” non piace a Maran, che non si sofferma sulla carta d’identità, ma è evidente che il leader sia ancora Sergio Pellissier: «Un capitano vero, la bandiera. Lo vedi da come lavora in settimana e sono contento che sia stato ripagato da un gol significativo come quello di Cesena. E’ una presenza importante, sia sul campo che fuori, quello cui guardare nei momenti complicati». 

TRA PASSATO E FUTURO – Maran, che è stato una bandiera del Chievo da giocatore, meditava il ritorno da tecnico e ora spera di restarci: «Quando mi hanno chiamato, l’emozione è stata incredibile. La responsabilità era grande, mi consegnavano una squadra in difficoltà in una categoria conquistata e mantenuta con tenacia. Era un momento delicato, mi hanno dato fiducia. Futuro? Ho un’opzione per l’anno prossimo, non ho ancora preso un appuntamento con Campedelli: aspettiamo la certezza della salvezza, prima».