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2009

1934: la vittoria del regime

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In occasione della seconda edizione del Mondiale, la coppa Rimet varcò l’oceano e si fermò in Italia. La durata fu breve: dal 27 maggio al 10 giugno 1934. Si giocò a Roma (P.N.F.), Milano (San Siro), Firenze (Berta), Torino (Mussolini), Bologna (Littoriale), Trieste (Littorio), Genova (Ferraris), Napoli (Ascarelli). Fu il regime fascista a volere fortemente l’Italia come sede dell’evento. à? noto che i regimi totalitari avessero bisogno dello sport per la loro propaganda. Un po’ come avvenne con la Germania nazista e le Olimpiadi del 1936, anche l’Italia usò la kermesse mondiale per mostrare la propria solidità . Mussolini voleva fortemente un Mondiale casalingo e pretendeva la vittoria a tutti i costi. L’immagine dell’Italia doveva essere quella di una nazione forte sotto tutti i puntiÃ? di vista.

Per la seconda volta consecutiva, il titolo finale andò alla nazione ospitante. L’Italia, già  forte di suo, potè però contare molto sull’aiuto degli arbitri, specialmente nelle gare conclusive. La forza del nostro “undici”, comunque non si discute: il c.t. Pozzo poteva contare su validi uomini, come i bomber Schiavio (4 centri, 3 con gli Usa e uno alla Cecoslovacchia), Meazza (un gol agli Usa e uno alla Spagna) e Orsi (doppietta gali Usa, un gol in finale), il portiere Combi, il mediano oriundo Luisito Monti, e i terzini Allemandi e Monzeglio. Altri marcatoriÃ? azzurri furono Guaita (gol partita all’Austria), Ferrari (un gol con gli Usa e uno alla Spagna nel primo match). Il capocannoniere della Coppa sarà  però cecoslovacco: Oldrich Nejedly siglerà  cinque reti in tutto il Mondiale.

Al Mondiale italiano, non partecipò l’Uruguay, campione in carica. Gli orientales non dimenticarono che l’Italia aveva boicottato quattro anni prima e per ripicca se ne stettero a casa. Sarà  l’unica volta in cui i campioni in carica non partecipano all’edizione seguente. Furono sedici le nazioni partecipanti. Questa volta, niente inviti, ma qualificazioni vere e proprie, alle quali partecipò anche l’Italia, padrona di casa (una sola gara, a Milano: Italia-Grecia 4-0). Le nazionali europee concorsero in dodici: Austria, Belgio, Cecoslovacchia, Francia, Germania, Italia, Olanda, Romania, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria. Il Sudamerica venne rappresentato dall’Argentina (che spedisce una squadra di dilettanti, al posto dei campioni che conta in patria) e dal Brasile. Completano il quadroÃ? gli Stati Uniti e per la prima volta un’africana, l’Egitto. La formula è totalmente a eliminazione diretta, dagli ottavi alla finale. In caso di parità  anche dopo i tempi supplementari, il regolamento prevedeva il replayÃ? della partita, al quale si dovrà  ricorrere una volta soltantoÃ? (protagonista proprio l’Italia), ai quarti di finale.

I giorni effettivi del Mondiale furono solo sei: uno per tutti gli ottavi, uno per tutti i quarti, uno per il replay Italia-Spagna, uno per le due semifinali, uno per la finalina e uno per la finalissima.

Al termine della prima fase, il Mondiale si trasformò in una sorta di Europeo: uscirono subito di scena i vicecampioni del mondo dell’Argentina (con la Svezia, 2-3), il Brasile (con la Spagna 1-3), gli Usa (schiantatiÃ? contro gli azzurri, 1-7) e l’Egitto (con l’Ungheria, 2-4). Ai quarti, soffrì parecchio l’Italia, che venne costretta alla ripetizione con gli iberici per guadagnarsi un posto in semifinale (nella prima gara, terminata 1-1, gli azzurri erano stati anche in svantaggio). Il match “d’andata” fu uno dei più violenti della storia dei Mondiali. Al replay le due compagini dovettero cambiare molti uomini, perchè ancora malconci dai fallacci della prima sfida. Furono assai vibranti anche le sfide tra cechi e ungheresi e tra austriaci e ungheresi. In semifinale, l’Italia eliminò l’Austria con un gol di Meazza, mentre i tedeschi caddero contro la Cecoslovacchia. E se quattroÃ? anni prima, la finale fu tutta americana, qui in Italia, la sfida sarà  tra due nazionali europee: Italia – Cecoslovacchia, Roma, 10 giugno 1934.

* *

Dopo aver eliminato il Wunderteam (squadra meraviglia) di Hugo Meisl in semifinale, e potendo contare sul pubblico amico, l’Italia si prese a quel punto tutti i favori del pronostico, in quella che sarà  una finale tutt’altro che scontata. L’arbitro della sfida finale fu lo svedese Eklind. La partita rimase sullo 0-0, fino al 70′. La gara fu fino a quel momento equilibratissima, ma il ceco Puc fece piombare nella disperazione lo stadio P.N.F. di Roma, quando trafisse il nostro Combi. Dopo la partita contro la Spagna, l’Italia si ritrovò in svantaggio per la seconda volta in tutto il torneo e proprio come in quell’occasione, non si scoraggiò e fece ripartire la sua manovra con ordine, senza scomporsi più di tanto. All’80’ Raimondo “Mumo” Orsi pareggiò i conti e siglò l’1-1 che portò le squadre ai supplementari. Scampato il pericolo, il tifo azzurro ripartì a tutto fiato, aiutando la squadra di Pozzo ad aggiudicarsi la Coppa Rimet. Al 5′ del primo tempo supplementare Schiavio (la punta del Bologna non segnava dalla tripletta nel match d’apertura contro gli Usa), completò il sorpasso. Gli italiani presenti allo stadio e quelli a casa che ascoltavano alla radio la cronaca di Nicolò Carosio, si riversarono nelle strade per festeggiare il titolo. Fu un trionfo, il primo per la nostra nazionale, che in quegli anni continuerà  a dettar legge: vincerà  infatti l’oro nelle Olimpiadi del ’36 e arriverà  prima in Francia nel ’38. Ma questa è un’altra storia…

Il mondiale nel dettaglio.

Ottavi di finale: Germania-Belgio 5-2, Austria-Francia 3-2 dts (1-1), Ungheria-Egitto 4-2, Spagna-Brasile 3-1, Italia-Stati Uniti 7-1, Svezia-Argentina 3-2, Svizzera-Olanda 3-2, Cecoslovacchia-Romania 2-1.

Quarti di finale: Austria-Ungheria 2-1, Italia-Spagna 1-1 dts, Germania-Svezia 2-1, Cecoslovacchia-Svizzera 3-2. Replay: Italia-Spagna 1-0.

Semifinali: Italia-Austria 1-0, Cecoslovacchia-Germania 3-1.

Finale per il terzo posto: Germania-Austria 3-2.

Finale: Italia-Cecoslovacchia 2-1 dts (1-1).

Giovanni Del Bianco

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