Il ritorno di Cassano conseguenza della clamorosa eliminazione europea subita dal Vojvodina

Alla fine è tornato: le strade di Antonio Cassano e Sampdoria si ricongiungono dopo quattro anni e mezzo – lasciò i blucerchiati nella sessione invernale di calciomercato della stagione 2010-11 – fatti di Milan, Inter, Parma ed i soliti alti e bassi che accompagneranno per sempre i tormentati cammini di quelli (pochi) come lui. Ad ogni modo è arrivata la firma su un contratto biennale: Cassano e Samp per due anni insieme.

AUSPICIO – O meglio si spera, visto che dalle parti di Bogliasco si racconta con forza di un contratto corroborato dalla presenza di clausole ribattezzate anti-cassanate: indiscrezioni peraltro confermate in prima persona dal suo procuratore Giuseppe Bozzo, che però tiene a sottolineare come non esista più il bisogno di alcuni accorgimenti di fronte a quello che oramai è un professionista a tutti gli effetti. Bene, viene da pensare, considerando un’età (classe ’82, trentatre anni per l’attaccante barese) in cui appare bizzarro soltanto discutere di certe cose. Se non le hai sistemate, se non hai almeno smussato gli aspetti più controversi del tuo complesso carattere, non lo farai mai. Ma è possibile che quelli (pochi) come Antonio Cassano cambino davvero? La risposta è negativa.

ZENGA PAGA IL VOJVODINA – Nel prendere o lasciare si è optato per la prima soluzione: non è mistero che l’allenatore Walter Zenga abbia dovuto cedere rispetto alla fermezza della posizione iniziale dopo la clamorosa debacle internazionale. La scioccante eliminazione subita per mano della modesta compagine serba del Vojvodina ha in primis indebolito la posizione dell’allenatore, poi la stessa stravagante scelta del presidente Massimo Ferrero. Che probabilmente, peraltro in concomitanza del grande appuntamento europeo, avrebbe dovuto garantirsi un allenatore più affidabile. Costo incalcolabile per l’intero movimento calcistico italiano in termini di Ranking Uefa, ad ogni modo l’eliminazione ha inevitabilmente innescato conseguenze ed eventi: la prima strada sarebbe stata quella di sollevare Zenga dall’incarico e rinnegare la scelta, l’alternativa quella di procedere ad una sorta di colpo di spugna. Perfetta in tal senso l’operazione Cassano: spariglia le carte, le confonde come in uno scenario di caos apparentemente calmo in cui dovranno convivere personalità sopra le righe quali lo stesso Antonio, lo stesso Walter e lo stesso Massimo.

APPORTO TECNICO – Se l’idea originaria sembrava essere quella di un 4-3-1-2 con Soriano impiegato da mezzala e Correa da trequartista (ma del giovane argentino non c’è traccia) e non il 4-3-3 che bene non ha portato nella contesa con il Vojvodina, il ruolo di Cassano potrà essere sulla trequarti o da seconda punta. Ad onor del vero la prima soluzione appare un tantino rischiosa: se in campo già agiscono due attaccanti aggiungere un trequartista alla Cassano – giocoforza non brillante sotto il profilo atletico e dunque poco propenso alla fase di contenimento – potrebbe portare disequilibrio. Più indicato invece nelle vesti di seconda punta, dunque come alternativa ad Eder, Muriel e al giovanissimo neo arrivo Bonazzoli. Con il suo acquisto le porte dell’improvvisato 4-3-3 dovrebbero chiudersi definitivamente: appare complesso ipotizzare un Cassano sulle corsie laterali. Fantantonio è tornato nella sua seconda casa – a Genova le sue medie migliori – ed è quanto basta a riportare entusiasmo. Sarà o meno una seconda giovinezza? Da quei pochi come lui non sai mai cosa attenderti. O forse sì.