2015
Gli allenamenti del Barcellona non risparmiano la Roma
La Roma crolla al Camp Nou di Barcellona: linquietudine di essere chiamata a vincere
Un disastro internazionale: il Barcellona rifila sei gol alla Roma umiliandola sul palcoscenico della Champions League, quel teatro tanto caro – per ovvie ragioni – all’ambiziosa proprietà statunitense. Costretta a raccogliere i cocci del secondo enorme passivo europeo della gestione dopo l’1-7 casalingo inflitto un anno fa dall’altra armata Bayern Monaco.
NON E’ STATA UNA PARTITA – Un allenamento o poco più per i marziani del Barcellona. Sgombriamo subito il campo dai dubbi: contro questi marziani non è colpa dell’avversario di turno. Se non in residuale percentuale. Questi qui se vogliono batterti lo fanno, se vogliono farti male anche, se scelgono di umiliarti ugualmente: non c’è freno da opporre, non esiste. Quando un talento così dominante incontra evoluzione tattica, predisposizione e volontà di stare insieme per fare grandi cose non ce n’è per nessuno: l’armata Barcellona andrebbe spedita per legge su un altro pianeta a concorrere contro esseri ancora ignoti, o quantomeno smembrata. Se hai Messi non puoi avere anche Neymar, ed il contorno non può chiamarsi Iniesta, Suarez, Piqué e via discorrendo.
I LIMITI DELLA ROMA – Se gli alieni sono pronti a sovvertire quella statistica per cui nessuna squadra è ancora riuscita a vincere per due volte consecutive la Champions League da quando la principale manifestazione internazionale ha assunto nuova formula e denominazione, la Roma di Garcia dovrà ora riflettere su una certificazione: la solidità difensiva raggiunta nel primo biennio di guida tecnica del francese è andata a farsi benedire. E non dipende dalla tragicomica nottata del Camp Nou: la Roma aveva già incassato ben 10 reti in 4 sfide di Champions League, non va affatto meglio in campionato dove i giallorossi con un passivo di 15 reti in 13 giornate (media di 1.15 gol a gara, proiezione che spalmata sull’intero campionato renderebbe un accumulo totale di 44 reti subite) risultano essere la settima difesa del torneo. Dato impensabile per chi ambisce a diventare campione d’Italia.
L’ESAME DELLA PERSONALITA’ – Siamo onesti: il test della personalità non è da valutare quando hai contro questo Barcellona. Una squadra che in piena Champions League può permettersi di sperimentare il Samper di turno all’intervallo e far rifiatare i titolari non si sa per quale futuro insidioso appuntamento. La Roma però avrà tanto da dimostrare in termini di tenuta psicologica: il deludente e dibattuto pareggio di Bologna ha fatto indietreggiare la rincorsa giallorossa, la disfatta catalana non può creare alibi per l’ultima sfida del girone lì dove gli uomini di Garcia – diciamocelo, un tantino fortunosamente – hanno a disposizione una comoda chance per superare il turno ed accedere alla fase ad eliminazione diretta. Insomma lo si è detto in diverse battute: dopo un biennio da 155 punti complessivi e due secondi posti alle spalle di un’inarrivabile Juventus, non approfittare dell’anno di transizione bianconero risulterebbe delittuoso. Questo la Roma lo sa e per rispondere presente dovrà sin da subito dimostrarsi all’altezza della situazione. Senza lasciarsi beffare dall’inquietudine di dover vincere.