Milan, sfogo Mihajlovic: si sente solo - Calcio News 24
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2015

Milan, sfogo Mihajlovic: si sente solo

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mihajlovic deluso milan novembre 2015 ifa

I nodi che legano il club. Non si salva nessuno, anche Berlusconi

Si è rivelata più complicata del previsto la ricostruzione del Milan per Sinisa Mihajlovic, che domenica sera dopo la partita contro il Carpi si è sfogato parlando di un’atmosfera strana attorno al club rossonero: «Se il Milan perde è un disastro, se vince dovrebbe farlo meglio».

ISOLAMENTO – Lo sfogo del tecnico serbo è un segnale di isolamento: come evidenziato da La Gazzetta dello Sport, la società non è andata oltre le difese d’ufficio, senza contare il giallo sulle convocazioni di Coppa Italia, risolto con dichiarazioni di circostanza. Il patron Silvio Berlusconi ha preferito evitare i commenti, ma da Arcore filtra una grande irritazione per le prestazioni e i risultati del Milan, oltre che un notevole stupore per le battute di Mihajlovic. Il Milan, che ha sempre dato molta importanza alla comunicazione, è spiazzata dalle uscite dell’allenatore: l’ufficio stampa non sa mai cosa aspettarsi dalle conferenze. E qualcuno sussurra che il tecnico, innervositosi per le critiche vissute come attacchi personali, si sarebbe aspettato maggiore vicinanza dai tifosi e dal presidente.

I PROBLEMI – I nodi che legano il Milan sono quattro: la scarsa velocità, che sposta il mirino sulla preparazione atletica e la forma fisica; la mancanza di idee e, infatti, la squadra sembra non avere un copione a cui affidarsi nei momenti difficili; la scarsa personalità dei suoi interpreti, che hanno poca autostima; infine, la rosa, che necessita di rinforzi. Domenica Mihajlovic ha sostituito solo Luiz Adriano per Alessio Cerci, lanciando un messaggio inequivocabile alla società: mancano alternative valide.

LA RADICE DELLA CRISI – I segnali positivi per il futuro sono stati lanciati dai giovani di belle speranze, ma intanto si riflette sulla crisi. Errori clamorosi sono stati commessi anche dal presidente Silvio Berlusconi. Tutto sarebbe cominciato, secondo Tuttosport, nel 2012, quando Barbara Berlusconi bloccò la cessione dell’allora fidanzato Alexandre Pato al Paris St Germain e, di conseguenza, l’arrivo di Carlos Tevez dal Manchester City. Da quel momento il crollo è stato verticale: sono stati ceduti Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic per la crisi economica. Le due operazioni sono state volute dal patron rossonero, che ha sbagliato anche nel non organizzare lo scouting a livello globale. Non è stato rinnovato insomma lo staff dirigenziale per tenerlo al passo con i tempi: troppi affari con i soliti privilegiati interlocutori.

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