2015
Verratti: «Sono più francese che italiano»
Il regista del PSG sul rinnovo: «Non dimentico che hanno puntato su di me»
Marco Verratti ha stravolto il calcio francese vincendo il titolo di miglior straniero della Ligue 1, succedendo a Zlatan Ibrahimovic: «Sa la prima cosa che mi ha detto? “Io l’ho vinto per due anni e non l’ho mai saputo; è un titolo che non vale nulla”. Lui scherza sempre, ma per l’infanzia difficile che ha avuto è molto più sensibile di quello che possiate immaginare. Insieme sembriamo “La strana coppia”, ma ci divertiamo tanto, anche se siamo diversi», ha raccontato il centrocampista del Paris St Germain a La Gazzetta Sportiva, confermando poi il legame dello svedese con il Milan: «Sì, ce l’ha nel cuore, quando ne parla ancora si emoziona. Se fosse tornato in rossonero, avrebbe aumentato le potenzialità del 40-50% e sarebbero in lotta per lo scudetto».
TALENTI – A Verratti, invece, resta il rammarico di non aver mai giocato in Serie A: «Ma in futuro non si può mai sapere. Certo che i giovani in Italia non sono valorizzati. Basta che sbaglino due partite e sono fuori». Confrontando le sue caratteristiche con quelle del gioco delle squadre italiane, Verratti ha provato a capire quale squadra gli si addice maggiormente: «Per come gioca direi la Fiorentina per il suo possesso palla. Insieme al Napoli è quella che gioca meglio. I viola sono la rivelazione», ha spiegato Verratti, secondo cui per lo scudetto sarà lotta tra Juventus e Napoli. Se il capocannoniere sarà Higuain, il miglior straniero, a parte il Pipita, sarà Dybala. Miglior allenatore del 2015? Allegri, secondo il regista, che ha parlato poi del compagno di squadra Adrien Rabiot: «Mai visto un classe 1995 bravo come lui. Difficile che il Psg lo lasci andare». Per quanto riguarda i giovani talenti italiani, Verratti punta su Romagnoli, Bernardeschi e Insigne. E su quest’ultimo: «Non so che cosa sia successo in Nazionale con Conte, ma con la sua fantasia penso che all’Europeo potrebbe essere la rivelazione dell’Italia».
IN FRANCIA – Dai discorsi sull’Italia a quelli sull’Europeo il passo è breve: «Belgio? Vinciamo 1-0 e segna Marchisio. Svezia? Sempre 1-0, gol di Pellè. Irlanda? Visto che saremmo qualificati, va bene anche lo 0-0. Scaramanticamente però mi fermo qui. Ibrahimovic? Il giorno del sorteggio mi ha già scritto un sms con scritto: “Ti massacro”. Io gli ho detto di stare tranquillo, che tanto arrivano terzi nel girone ma possono qualificarsi ai ripescaggi. Come migliore vedo Iniesta, che forse sarà all’ultimo Europeo in carriera e ci terrà a brillare. In generale però occhio alla Francia, la vedo crescere bene. Sai che succede se la ritroviamo di nuovo in finale e la battiamo come nel 2006… Pirlo all’Europeo? Spero di sì. Come Baggio, Del Piero e Totti una volta, è l’unico che può darci quel valore aggiunto che ci manca. Io e lui possiamo giocare insieme, anche se so che per me fare la mezzala con Conte è molto diverso che farla con Blanc; chiedono cose molto diverse. Più facile che Conte vada via se facciamo bene o male? Se facciamo bene, perché lui è un vincente e lascerebbe in modo positivo. Futuro ct? Mi piacerebbe Ancelotti. Gli ho parlato, ma mi ha detto che per lui è ancora troppo presto per la Nazionale. Gli ho fatto gli in bocca al lupo per l’avventura al Bayern. Per me è come un secondo padre. Sa cosa mi disse quando mi fece esordire nel Psg? Eravamo in ascensore e sparò: “Oggi farò l’errore più grande della mia vita: ti metterò in campo”. Io ancora non lo conoscevo e non sapevo come dovevo prenderla… Un grande davvero. Spero un giorno di ritrovarlo».
FLOP AZZURRO – Verratti, che sarebbe curioso di scoprire Pep Guardiola e che intanto deve molto a Zdenek Zeman, è tornato a parlare del Mondiale 2014: «Non eravamo un grande gruppo, non eravamo uniti. Qualche regola mancava e quella mancanza di disciplina l’abbiamo portata sul campo, perché dopo la vittoria contro l’Inghilterra pensavamo di essere già qualificati. Insomma, qualcuno ha sbagliato e me ne sono accorto anche io che ero tra i più giovani. Ma i “vecchi” non c’entrano. Anzi, loro avevano più voglia di tutti. Conte invece adesso usa molto il bastone, non guarda in faccia a nessuno. Non si preoccupa di non piacere a giocatori e giornalisti. Ci ha dato quelle regole che avevamo perso. È l’allenatore che ci serve per risalire. Balotelli? Mario ha le potenzialità per essere il più forte attaccante italiano e fra i migliori al mondo. Ha tutte le qualità. Fa ancora in tempo a risalire, però deve capire che molte squadre si sono annoiate di aspettarlo».
LA CURIOSITA’ – A proposito di Mondiali, spunta un retroscena sul post-Uruguay e sul “moccico” di Luis Suarez a Giorgio Chiellini: «Senta, le racconto questa. Subito dopo quell’intervista, tornato dentro lo spogliatoio, vidi il cellulare pieno di messaggi che parlavano del “moccico”. Allora mi voltai verso Candreva e gli chiesi: “Ma moccico non è italiano?”. Lui fece segno di no. In quel momento Prandelli stava cominciando a parlare per annunciare le sue dimissioni: io ero avvilito per l’eliminazione, dispiaciutissimo per lui, ma contemporaneamente mi veniva anche da ridere pensando: “Ecco, ne ho combinata un’altra…”».
GRATITUDINE – Si passa poi a parlare del suo futuro e del rinnovo fino al 2021 con il PSG: «In questo mondo restare a vita in uno stesso club non si può mai promettere ma io, calcisticamente parlando, mi sento ormai più francese che italiano. Nel 2012 il Psg poteva puntare sui migliori giocatori del mondo e invece ha scelto me, e io non lo dimentico. E pensare che all’inizio io non volevo andarci. Non volevo lasciare l’Italia proprio quando il Pescara andava in Serie A, ma ho capito che certi treni passano una sola volta nella vita; basta un infortunio o una brutta stagione per tornate ai margini. Per questo a mio figlio Tommaso, che ora ha due anni, consiglierò di andare via di casa per crescere. Io ho fatto tantissimi sbagli, ma sono maturato». Con il rinnovo fino al 2021 Verratti scalerà il podio dei più pagati: percepirà 7 milioni di euro a stagione, bonus compresi. E ha trovato l’accordo anche con lo sponsor tecnico Puma per prolungare fino al 2022 per circa 10 milioni.