2016
Verona, Toni: «Ritiro? Non ho deciso»
L’attaccante tra passato e futuro. E un rimpianto: «La Juventus»
Non ha chiuso nel migliore dei modi il 2015 l’Hellas Verona, finito all’ultimo posto in classifica: hanno pesato gli infortuni, ma colpe ne hanno pure i giocatori, secondo Luca Toni. «E’ difficile per una società, quando l’allenatore fa bene, decidere di cambiare in estate. Negli ultimi campionati ci siamo salvati sempre molto presto e per il Verona è come vincere uno scudetto, anche se questo non è stato percepito come tale dalla gente. Perché credere nella salvezza? Perché questa squadra innanzitutto non è da ultimo posto e perché il Verona può fare punti ovunque. In più il mercato è aperto e questo può cambiare gli equilibri. Delneri? L’ho visto molto motivato anche perché era un po’ di tempo fuori dal giro e ha voglia di tornare nella mischia. Bisogna fare una grande rimonta, un’impresa. Salvarci sarebbe come vincere la Champions», ha raccontato l’attaccante ai microfoni di Tuttosport.
IL RIVALE – Toni ha poi presentato la sfida contro la Juventus, in programma alla ripresa del campionato: «E’ meglio trovarla dopo le feste perché magari qualcuno non è ancora ben concentrato. E’ un bel test contro un avversario nettamente più forte, ma noi possiamo metterli in difficoltà. Mandzukic? E’ un bell’attaccante: già ai tempi del Bayern mi piaceva molto perché, oltre a far gol, aiutava la squadra. Non sarà bellissimo da vedere ma poi, alla fine, tra gol, assist e il mazzo che si fa per i compagni, lui lavora più di tutti. Siamo gli ultimi perché ormai va molto di moda il falso nove. Mandzukic, come il sottoscritto, è un centravanti d’area, uno che si sente e che, quando la squadra va in difficoltà, sa pure come aiutarla. Il problema è che ormai di veri attaccanti forti, quelli che ti fanno vincere, ce ne sono pochi».
SFIDA CHAMPIONS – Il centravanti del Verona ha parlato poi dell’impegno in Champions League della Juventus, che dovrà affrontare il Bayern Monaco: «La Juve parte sfavorita, però penso che al Bayern siano preoccupati per aver trovato una mina così… La Juve può far bene perché è abituata a difendersi e ripartire e il Bayern soffre un po’ le squadre che si difendono e che hanno davanti attaccanti veloci per infilarli».
IL RIMPIANTO – Toni, che ad inizio stagione ha pronosticato la vittoria del titolo da parte dell’Inter, ha confermato che il suo unico rimpianto è la Juventus: «E’ vero perché ero andato in una grande società e ci sarei rimasto volentieri anche perché ho tuttora un bellissimo rapporto con i senatori. Mi sarebbe piaciuto fare di più di quello che ho fatto perché non ho fatto quasi niente. Poi, quando è arrivato Conte, ha avuto altre idee e ho deciso di cambiare aria. Peccato perché con lui non ho avuto neanche la possibilità di dimostrare cosa potessi fare, ma ci sta di non piacere a un allenatore. Dybala? Ha le potenzialità per diventare un grande attaccante, ma deve ancora dimostrarlo. Un grande attaccante, per 4-5 stagioni fa almeno 20 gol. Io preferisco uno che inciampa sul pallone e fa 20 gol piuttosto a uno che fa tre piroette e un colpo di tacco e ne segna 10. A me piace tantissimo pure Morata: in prospettiva, può diventare fortissimo».
LA DECISIONE – Infine, si parla di futuro: «Tutti dicono che ho firmato da dirigente ma in realtà faccio il giocatore e non so ancora se smetterò a giugno oppure nel 2017. Sono quattro anni che devo smettere e la decisione la prenderò in primavera: dipenderà molto da come andrà la stagione e da come starò, ovvero se avrò voglia di rimettermi in gioco. Io allenatore? No, troppo stressante: tra i miei ex compagni vedo troppa gente esaurita».