2016
Campedelli: «Potevo prendere Drogba!»
500 gare in A per Campedelli, che si lascia andare ai ricordi
Dal Chievo dei miracoli di Delneri al Chievo attuale, sono passati quasi quindici anni e nel mezzo ci sono quattrocentonovantanove partite di Serie A per Luca Campedelli, presidente clivense. In attesa delle cinquecentesima è tempo di tracciare un quadro di questi primi tre lustri in A di una delle squadre più sorprendenti del terzo millennio in Italia. Campedelli ricorda il debutto vittorioso a Firenze nell’agosto 2001 e la sofferenza per la partita, una sensazione che prova ancora oggi pur rimanendo ancora un estimatore di Delneri, passato al Verona. Inter – Chievo 1-2 e Juventus – Chievo 3-3 con tris di Pellissier sono altri momenti magici, ricorda Campedelli: «Dico anche Lazio – Chievo 0-3 ma la gara che più preferisco è una sconfitta, Milan – Chievo 3-2 al primo anno di A».
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— Calcio News 24 (@CalcioNews24) 2 Dicembre 2015
DNA – «L’euforia non fa parte del nostro dna» afferma Campedelli in correlazione alla retrocessione del 2006-07, avvenuta come dice lui per “troppo entusiasmo” seguito alla qualificazione a tavolino ai preliminari di Champions League. Il Chievo però non è una favola, ecco come la pensa Campedelli: «Nel calcio non c’è il tutti vissero felici e contenti. Mi piace pensare al Chievo come una squadra prestata alla A che ogni anno deve meritare il rinnovo». Si parla poi di allenatori e di esoneri, che Campedelli definisce una sconfitta per il club, prima di tracciare il suo undici ideale della storia del Chievo: «Esclusi i giocatori di oggi direi Sorrentino, Moro, D’Anna, Yepes, Mantovani, Eriberto/Luciano, Perrotta, Corini, Franceschini, Amauri e Pellissier. In panchina Lupatelli, Marchegiani, Baronio, Barone, Barzagli, Tiribocchi, Corradi e Marazzina».
E DROGBA! – Il legame di Campedelli con il Chievo però va al di là del semplice tifo: «Ho un legame morboso, mio padre sognava il Chievo in A e vorrei ci fosse anche lui a festeggiare le 500 gare, è stato il creatore di tutto. Fui vicino a cedere perché non ero abituato a certi stress, se arrivasse qualcuno disposto a fare meglio per il Chievo allora ci penserei». Campedelli a La Gazzetta dello Sport dice di sentirsi ancora inadeguato e vuole fare di meglio, poi passa a parlare dei colleghi con cui ha più simpatie (Preziosi, De Laurentiis e Lotito) e infine, dopo aver parlato di Maran al Chievo come punto di partenza, ecco un retroscena risaputo ma pur sempre clamoroso: «Rimpianti? Nel 2002 potevamo prendere Drogba con 3 miliardi di lire, poi la Lazio si tirò indietro per Eriberto e Manfredini e saltò tutto».