2016
Torino, Glik: «Mercato? Patto con Cairo»
Il capitano granata apre all’addio: «Qui sto bene, ma c’è una promessa»
E’ uno dei migliori difensori della Serie A e uno dei pilastri della Polonia: parliamo di Kamil Glik, che ha concesso una lunga intervista a Four Four Two. Il centrale del Torino è partito dall’analisi dell’evoluzione del suo ruolo: «Oggi i difensori si comportano diversamente in campo rispetto a un decennio fa, perché sono cambiate le richieste degli allenatori. Ora non devono solo strappare palloni, ma anche attaccare, partecipare alla manovra. Nel calcio moderno sono importanti anche i calci piazzati, in particolare in Italia, e i difensori hanno un ruolo importante. Quando ho cominciato a giocare a calcio il mio modello era Lucio del Bayern Monaco. Gol più importante? Non saprei sceglierne uno, ma sono fortunato, perché ho sempre fatto gol importanti per il risultato della partita».
NAZIONALE – Poi ha parlato degli Europei, partendo dalla sua reazione al momento del sorteggio dei gironi: «Niente panico, ma tanta calma. Il rivale più duro sarà la Germania, ma dovremo faticare anche nelle altre due partite. L’Ucraina e l’Irlanda del Nord la penseranno allo stesso modo, quindi ci sarà da lottare. Comunque sono ottimista, credo che possiamo fare qualcosa di buono in questo torneo. Superare la fase a gironi è il primo obiettivo, poi vedremo. Perdere punti con la Germania sarà più facile da sopportare, ma non con Ucraina e Irlanda del Nord. Con l’arrivo di Nawalka lavoriamo diversamente e i suoi concetti stanno portando risultati. Il 70-80% della rosa è la stessa, ma le idee dell’allenatore sono la chiave. C’è chi lavora più sulla tattica, chi invece fisicamente. E poi lui e il suo staff seguono tutti i calciatori, non si limitano a pochi campionati. La presenza di calciatori polacchi nel campionato italiano sta aumentando: Blaszczykowski, Zielinski, Skorupski, Szczesny, Wszolek…».
RAMMARICO – Si passa poi ad analizzare la stagione del Torino: «Poteva essere più positiva, abbiamo perso qualche punto nei minuti finali di alcune partite. Come nel derby, perso all’ultimo secondo. Con questi punti in più avremmo avuto motivo di essere soddisfatti, ma ci sono ancora tante partite ed è un campionato equilibrato, per cui servono due o tre vittorie di fila per dare una sterzata importante. Obiettivi? A marzo o aprile valuteremo. Gli infortuni ci hanno condizionati, ma in alcune partite, come quelle contro Udinese ed Empoli, non siamo stati cinici, non abbiamo sfruttato le occasioni create. Immobile? Può esserci utile, speriamo che torni alla forma del 2014. Io capitano? E’ un grande onore per me. Il Torino è un club molto apprezzato in Italia, ha 110 anni di storia. Sono contento anche di essere il primo calciatore straniero ad indossare la fascia granata».
FUTURO – E, quindi, inevitabilmente arriva il momento di commentare le voci di mercato. Glik apre all’addio, ma parte dal commento del rinnovo fino al 2020: «Perché ho rinnovato? Il grande rapporto con il presidente Urbano Cairo è stato decisivo. Lavoriamo insieme da cinque anni, ormai ci capiamo molto bene. Abbiamo creato qualcosa di bello insieme. Non ci sono stati troppi problemi. Mercato? Per me è importante arrivare ad uno stato di forma ottimale per gli Europei e al Torino posso prepararmi nel migliore dei modi. Andare via a gennaio non sarebbe l’opzione migliore, ma con questo non voglio dire che andrò via in estate. Quando ho firmato io e il presidente ci siamo detti di sederci al tavolo per discutere del futuro, se arrivassero proposte concrete. Nel contratto c’è una clausola rescissoria, ma quello che conta è che arrivi un’offerta interessante per me e per il club. Arti marziali dopo il ritiro? Se la salute lo permetterà, perché no?».
SPONSOR – Infine, una battuta sulla collaborazione della Nike, di cui è testimonial: «Uso i loro prodotti sin da bambino, per cui esserne testimonial in Polonia è un sogno che si avvera. Spero che questa collaborazione duri a lungo. Sono orgoglioso di far parte di una famiglia che annovera Cristiano Ronaldo, Neymar, Rooney, Andrés Iniesta e Mathieu Valbuena».