2016
Lacquisto di gennaio è Sarri: il Napoli fa all-in sul suo allenatore
E mancato il guizzo di mercato: Regini, Grassi ed una classifica clamorosa
A sessione di calciomercato tuttora aperta è d’obbligo servirsi del condizionale e non emettere sentenze definitive: il Napoli ha definito gli innesti di Regini e Grassi ed, almeno numericamente, ha risposto a quanto dichiarato in primissima persona dal presidente Aurelio De Laurentiis. Le due pedine sono approdate all’ombra del Vesuvio: è quel che serviva considerata l’inattesa quanto clamorosa situazione di classifica?
REGINI/HENRIQUE – Partiamo dalla difesa: accontentato Henrique, desideroso di tornare in patria, la scelta è ricaduta su Vasco Regini. Carriera iniziata a determinati livelli proprio con Sarri in quel di Empoli, dove l’attuale allenatore partenopeo ne ha apprezzato l’abilità nel destreggiarsi da centrale come da esterno basso. Poi il passaggio alla Sampdoria, i due anni e mezzo di massima serie prima dell’attuale ricongiungimento in quel di Napoli. La scelta, ad onor del vero, lascia perplessi: o quantomeno non eleva il valore complessivo del pacchetto arretrato a disposizione di Sarri. Anzi, a dirla tutta Henrique appariva più all’altezza della situazione di quanto lo sia Regini: operazione probabilmente da intendere a completamento di un reparto già funzionante, dove per intenderci il buon Chiriches gioca con il contagocce. Certo, in ottica di rotazioni, va detto come Sarri non possa contare sulle possibilità di Allegri: che, oltre ai tre titolari, può rifornirsi da un bacino di qualità contenente gli ottimi Caceres e Rugani.
GRASSI – Il settore in cui la platea degli addetti ai lavori ed il tifo partenopeo attendevano il colpo da novanta era proprio il centrocampo: titolari di assoluto spessore e riserve che hanno condotto in porto il girone record di Europa League, ma con l’innalzamento del livello di quest’ultima e nel complesso in prossimità della fase clou della stagione, era lecito ipotizzare l’approdo di un calciatore in grado di elevare il tasso qualitativo delle rotazioni. Lì dove per intenderci, sempre nel parallelo con la Juventus, Allegri conta i vari Hernanes, Pereyra ed Asamoah. Oltre a Sturaro e Lemina. Il Napoli ci ha provato ma ha fallito l’assalto ai vari Kramer e Gomes: la soluzione al cubo di Rubik è stata individuata in Alberto Grassi. Che, sgombriamo il campo dai dubbi, è prospetto di livello (classe ’95): ha intensità e buoni fondamentali, osservato attentamente dal vivo emerge la sua calma nella gestione della palla. Giocoforza però meno a fuoco di quanto potrebbe essere considerato il Kramer della situazione, alla luce della spettacolare situazione di classifica.
L’OCCASIONE – Sì, la chance di una vita. Le macerie del post-Benitez tutto avevano lasciato intendere – e dunque con ogni probabilità una delicata ricostruzione, non soltanto sotto il profilo tattico quanto in termini motivazionali – tranne una situazione del genere. E la rischiosa scelta-Sarri non aveva certamente affievolito la sensazione. Il miracolo però è avvenuto: meriti alla visione avuta da Aurelio De Laurentiis ed al tecnico che ha fatto di tutto per confermare la lungimiranza della scelta. Superfluo sviolinare i meriti: dal lavoro su Higuain all’equilibrio generale passando per una proposta calcistica che come poche altre riesce ad abbinare organizzazione ad espressione del talento individuale. Il tutto aveva indotto ad un pensiero: primi in classifica, nulla sarà lasciato intentato. Il guizzo scudetto in chiave mercato è mancato, la parola resta al campo. E non è da escludere che, a vederci ancora una volta più lungo degli altri, sia stato proprio il presidente partenopeo.