2009
Inter, Materazzi risponde all’ex medico della nazionale francese
Il difensore dell’Inter Marco Materazzi si affida alle pagine del sito ufficiale dell’Inter per rispondere ad alcune parole, riguardanti la famosa testata ricevuta da Zinedine Zidane nella finale mondiale del 2006, scritte dall’ex medico della nazionale transalpina Jean-Andrè Paclet sul suo libro:
“Che questa storia Materazzi-Zidane potesse diventare infinita potevo immaginarlo, ma non che chiunque si permettesse di dire bugie in ordine sparso. Ho letto oggi le dichiarazioni del medico della nazionale francese al Mondiale 2006: secondo il suo racconto, in occasione di una caduta a terra di Zidane che si era lussato la spalla, io mi sarei avvicinato al “medico di merda” gridando che non c’era niente da fare, perchè “il vecchio era morto”. Non avevo bisogno di verificare, perchè per fortuna ho buona memoria, ma siccome mi piace essere preciso ho riguardato il filmato dell’azione a cui il signor Paclet si riferisce: bene, al minuto 79 della partita io non mi avvicino neanche alla zona del campo dove il medico sta curando la spalla di zidane, e tantomeno gli rivolgo la parola. Mi piacerebbe sapere come e quando il signor Paclet avrebbe sentito la frase che mi attribuisce e soprattutto in che lingua l’ha ascoltata, visto che non conosco una parola di francese. O forse gli fa comodo far credere di averla sentita da lontano, basandosi sulla sua perfetta conoscenza dell’italiano? Ma questo magari lo spiegherà in altre sedi: non è stato il primo, e forse non sarà l’ultimo, a cercare di mettere in mezzo il mio nome a sproposito, ma forse non sa che con me così non funziona… Dunque, per la tutela della mia immagine e della verità , ho gia’ affidato ai miei avvocati la pratica affinchè venga verificato quanto scritto sul libro citato dai giornali di oggi: nel caso di conferma dei contenuti, procederò in ambito legale. Dopo quella finale sono state dette e scritte tante cose, molte false, infatti le cause che ho portato avanti, anche in ambiti internazionali, mi hanno sempre dato ragione“.