2016
Il cuore del Frosinone rimescola tutto
Lotta salvezza: ora il Frosinone può centrare il miracolo, ma non si passa dal solo Matusa
In termini di classifica è il risultato della giornata: il Frosinone batte l’Udinese nel fortino del Matusa e riapre completamente i giochi salvezza. Hanno deciso le reti di Daniel Ciofani – all’ottava firma di un campionato davvero niente male – e Blanchard, forse i simboli più evidenti della stoica resistenza offerta dagli uomini di Stellone.
TUTTO AL MATUSA – Dei 26 punti ad oggi accumulati, il Frosinone ne ha guadagnati ben 21 tra le mura amiche del suo appassionato stadio: sei le vittorie ottenute in ordine contro Empoli, Sampdoria, Carpi, Verona, Bologna ed Udinese. I tre pareggi del Matusa sono invece arrivati con Genoa, Atalanta e Lazio. Decisamente misero invece il bottino esterno e francamente c’era da aspettarselo: oltre al colpo del Castellani – firmato proprio dalla doppietta di Ciofani – sono arrivati i pareggi di Sassuolo e quello clamoroso dello Juventus Stadium nella fase iniziale della stagione. La sensazione è che, in questo finale di campionato, qualcosa possa (debba) cambiare: il Frosinone giocherà soltanto quattro delle dieci partite restanti al Matusa (di cui due contro Fiorentina ed Inter), mentre ha a disposizione alcune trasferte interessanti – vedi Carpi e Verona su tutte, ma anche sui campi di Genoa e Chievo – dove sarà chiamata a fare punti per tenere in vita il miracolo salvezza.
LE SQUADRE TIRATE IN BALLO – La vittoria odierna del Frosinone ha decisamente rimescolato le carte in chiave salvezza: quota 26 per la banda Stellone, non possono dormire sonni tranquilli in prima battuta il Palermo di Iachini (27, in attesa del complesso posticipo sul campo dell’Inter), l’Atalanta e la stessa Udinese entrambe a quota 30. E’ tra queste quattro realtà che verrà determinata la terza retrocessa della Serie A, dando per scontate le sorti del Verona e per assai probabili quelle del Carpi. A margine le due genovesi appaiate a quota 31: non tanto per il punto di differenza sulla soglia 30 che abbiamo indicato, quanto per due organici che oggettivamente dispongono di risorse maggiormente qualitative rispetto alla concorrenza.
UN MIRACOLO? – Il monte ingaggi lordo dell’intero Frosinone assomma ad otto milioni di euro: per intenderci meno di quanto guadagnino i vari Pogba, Buffon, Khedira, Higuain, Dzeko e De Rossi. Quello dei laziali è per distacco il minore della Serie A: basti pensare come il calciatore più pagato sia Samuele Longo (peraltro raramente impiegato da Stellone) con un netto da trecento mila euro di ingaggio. In estate – né tantomeno nella sessione invernale di calciomercato – non sono arrivati quei rinforzi necessari per potersi strutturare a determinati livelli: Stellone ha dunque dovuto tramutare necessità in virtù ed incentrare le velleità salvezza sul gruppo che un anno fa si è meritamente guadagnato la promozione dalla serie cadetta. Ma il calcio dei grandi è un’altra storia: eppure il Frosinone è lì, a giocarsela con squadre che guadagnano almeno il triplo (Atalanta ed Udinese 25 milioni, Palermo 24). Le motivazioni risiedono essenzialmente tutte nelle capacità di un allenatore che ha idee e le sa trasferire ad un gruppo a prescindere dai suoi valori individuali: basta guardare la calma, il disincanto verrebbe da dire, con cui i calciatori stanno approcciando alla stagione della storia. Il sorriso smaliziato del volto di Daniel Ciofani parla più di mille parole. Difficile azzardare pronostici, decisamente più immediato ipotizzare come questo Frosinone lascerà ogni brandello di cuore – al Matusa e non solo – per centrare un traguardo che avrebbe del clamoroso considerati i parametri iniziali.