2016
La rabbiosa rivincita di Lotito
Occhio allo scenario dei quarti: la Lazio può restare unica superstite italiana in Europa
Il 2015 è stato un po’ l’annus horribilis di Claudio Lotito: dall’incredibile intercettazione telefonica con il direttore generale dell’Ischia Pino Iodice – il tema, lo ricorderete inerente alle eventuali promozioni dalla serie cadetta – all’eccessiva vicinanza al presidente della FIGC Tavecchio fino a quelle che lo vedono coinvolto nel caso Infront: nel mezzo, ma decisamente non di secondo piano, i risultati della sua Lazio.
IL CIRCUITO DELLE ASPETTATIVE… – Partiamo proprio da qui: la sublime illusione del San Paolo spazzata via tre mesi dopo dalla cruda realtà della BayArena di Leverkusen. La scorsa stagione biancoceleste è definibile da sballo: la Lazio diventa ben presto la reale sorpresa del torneo e riesce a confermarsi a determinati livelli con qualità ed abnegazione, il calcio proposto è dinamico, perfettamente parametrato sulle caratteristiche dei propri calciatori e dunque efficiente nella risposta dei risultati. Terzo posto conquistato nell’indimenticabile notte del San Paolo senza dimenticare la lotta per la seconda piazza svanita soltanto a pochi passi dal gong del campionato, poi la conquista della finale di Coppa Italia – vittima ancora una volta il più accreditato Napoli di Benitez, i biancocelesti avevano in precedenza eliminato anche il Milan – persa soltanto ai tempi supplementari con la Juventus campione d’Italia.
… NON RIPAGATE – Quando insomma l’asticella dell’era Lotito sembrava essersi definitivamente alzata, la piazza biancoceleste si è sentita legittimata in chiave calciomercato ad attendersi colpi importanti e strutturali per poter competere ad armi pari nell’imminente playoff di Champions League: il sogno, alla portata, quello di partecipare nuovamente alla massima competizione internazionale dopo otto anni di digiuno. Un centrale da affiancare a De Vrij, un esterno difensivo di spessore, un centravanti all’altezza della situazione: aspettative non ripagate da una campagna acquisti ritenuta invece deficitaria, con la conferma arrivata dal sonoro esito della notte di Leverkusen. Pochi mesi prima il cuore del popolo biancoceleste era esploso di gioia e si era manifestato con passione a Formello nell’accoglienza riservata alla squadra reduce dall’impresa del San Paolo, neanche il tempo di godersi il successo e tutto era svanito. E lì, complice poi un campionato decisamente modesto, qualcosa si è rotto. In via definitiva.
LA RIVINCITA – Sarebbe il caso forse di apporre un punto interrogativo: il rapporto tra l’ambiente biancoceleste ed il presidente della Lazio Claudio Lotito è ai minimi storici. La colpa, lo abbiamo detto tra le righe, quella di aver fatto disinnamorare l’appassionato tifo laziale. Attenzione però agli sviluppi futuri. La spedizione italiana nel continente ha perso pezzi: i cugini della Roma eliminati dalla Champions League per via del non irresistibile Real Madrid, stessa sorte toccata a Napoli e Fiorentina (per mano di Villarreal e Tottenham) in Europa League e che potrebbe interessare una Juventus costretta a cedere il fianco all’evoluto Bayern Monaco di Guardiola. Tradotto: ai quarti di finale delle due competizioni internazionali potrebbe esserci un solo club italiano. La Lazio di Lotito. Evidente la superiorità qualitativa mostrata nella trasferta di Praga, contro uno Sparta sì volitivo ma poco più: la Lazio è più forte, lo ha dimostrato con lo scorrere dei minuti e per mera casualità non ha portato via la vittoria. Resta un pareggio che fa ben sperare: se gli uomini di Pioli riusciranno a gestire la vicenda tra sei giorni all’Olimpico, il piatto è servito. E a quel punto, un Lotito mai così silenzioso, potrebbe tornare alla ribalta: le altre avrebbero sottovalutato gli impegni internazionali o al meglio dimostratisi non all’altezza delle competizioni, la sua Lazio si ritroverebbe d’un colpo unica superstite sul fronte europeo. Quale occasione migliore per riacquisire credito?