2016
Penso che un campione così non ritorni mai più
Bayern Monaco Juventus e lennesima pagina leggendaria dello sport più bello del mondo
Juventus eliminata dal Bayern Monaco nell’ennesima notte leggendaria del gioco più bello del mondo: il calcio. Il 2-2 dell’andata, al cospetto della fortezza tedesca, avrebbe annientato ogni avversario, ogni resistenza: i bianconeri sono andati oltre ed hanno dominato la scena dell’Allianz Arena, salvo poi sfaldarsi di fronte all’inatteso ritorno degli uomini di Guardiola. Che restano in corsa per la conquista della Champions League.
QUASI CI SI ANNOIAVA – Sì, dopo aver assorbito l’effetto sorpresa di una Juventus padrona del campo nella tana del super Bayern Monaco di Guardiola, la sensazione dello spettatore era fondamentalmente quella dell’attesa del fischio finale: bianconeri due volte in gol, un altro sottratto da una errata decisione della quaterna arbitrale, e protagonisti di altre occasioni, su tutte quella toccata a Cuadrado e sventata da Neuer con l’aiuto del palo. Sullo 0-2 sarebbe stato il certificato colpo del ko. Tedeschi al contrario incapaci di reagire: l’area bianconera sembrava quasi contornata da filo spinato. Inaccessibile per Lewandowski e compagni, che neanche riuscivano a rendersi pericolosi di fronte alla perfezione tattica dell’impostazione bianconera.
LA SVOLTA – Il prepotente ritorno del Bayern Monaco è quasi oggetto misterioso, considerato quanto accaduto in gran parte del tempo regolare: in tanti hanno addotto come causa principale un eventuale errore di Allegri nelle sostituzioni, innanzitutto estromettendo dal campo quello che con ogni probabilità era stato il migliore dei ventidue. Alvaro Morata aveva dato profondità alla squadra e dunque metri di campo utili non soltanto a non farsi schiacciare quanto a garantire un punto di riferimento ai centrocampisti: lo spagnolo ha risposto con rapidità e fisicità, oltre a quell’innato bagaglio di personalità che tira fuori come pochi altri in occasione delle grandi sfide. Ricordare la scorsa edizione della Champions League. Con Mandzukic al suo posto non è andata parimenti: il croato, peraltro visibilmente non al meglio della sua condizione, si è di fatto appiattito sul cordone di resistenza bianconero e contro il Bayern Monaco va considerata l’ipotesi di poter subire due gol anche se ti concedi solo per una ventina di minuti.
WESTFALEN…RICORDO – Ma non sarebbe giusto cancellare tutto: è vero, nel calcio molto spesso la crudezza dei risultati prende il sopravvento su ogni altro genere di considerazioni, eppure l’impresa sfiorata da una Juventus caduta soltanto a pochi secondi dal termine ha fatto ricordare agli amanti del calcio – a prescindere dalle mere appartenenze – una pagina meravigliosa di sport italiano. L’Italia nel 2006 si apprestava a giocare la semifinale del Mondiale contro la Germania padrona di casa, nel tempio del Westfalenstadion di Dortmund: da vittima sacrificale – come era allora descritta dal mondo – la nazionale di Lippi regalò al popolo azzurro un’impresa storica che poi valse la conquista della Coppa e la gloria in un contesto nazionale che tutto lasciava intendere tranne quanto poi accaduto. Vittima sacrificale lo era ieri, alla vigilia della gara, la Juventus di Allegri: le cose sono andate diversamente. Se vi fermate ai soli risultati non sarà questo probabilmente il vostro articolo preferito. Sostituzioni a parte, nel momento di massima sofferenza è mancato qualcuno che gestisse pallone e tensioni, che lenisse le ansie, che accarezzasse i difensori, in soldoni che prendesse la squadra per mano. Qualcuno che di Champions League ne ha vinte due, di finali ne ha disputate quattro fermandosi soltanto di fronte agli alieni (Barcellona) o all’irrealtà di cui sa vestirsi il calcio (Istanbul 2005, Ataturk, Liverpool-Milan), qualcuno che in quel Westfalenstadion si mise a fare il maestro ed il genio al contempo. Mancava Andrea Pirlo da Flero in provincia di Brescia, ma la Juventus del post numero 21 è già realtà di altissimo livello. Chi se lo aspettava, vero?