2016
Dybala: «La morte di papà mi cambiò»
«Morata mi fece fallo, ora siamo amici. Il Barcellona è il top al mondo»
Nuovi messia del calcio. Paulo Dybala, reduce da una stagione fin qui stratosferica con la Juventus, sogna in grande e, intervistato in Argentina, racconta della sua passione fin da piccolo per il calcio, ma anche delle vicende personali che lo hanno portato ad essere oggi ciò che è: un calciatore incredibile, ma anche un ragazzo timido ed umile al di fuori del campo di gioco. Merito di suo padre, la cui scomparsa prematura ha inevitabilmente segnato poi il resto della vita del piccolo Dybala… «Vengo da una città piccola (Laguna Larga, ndr) in cui però i sogni erano grandi – racconta l’attaccante della Juve – . Quando ero piccolo andai a giocare nell’Instituto Cordoba e la mia famiglia mi riaccompagnava spesso a casa, in special modo mio fratello e mio padre. Proprio di mio padre ho tanti ricordi bellissimi, che spesso però mi intriscono pure: averlo perso quando avevo solo dodici anni mi ha fortificato e mi ha aiutato a crescere».
DYBALA: «JUVE MAGNIFICA, BARCELLONA IL TOP» – Dybala (attualmente infortunato) racconta poi del suo approdo alla Juventus e dell’amicizia nata con il compagno di reparto Alvaro Morata: «Giocare in bianconero è magnifico, un vero sogno realizzato: passare a ventidue anni in un club del genere è stato un passo incredibile per me – spiega Dybala a El Chiringuito – . Morata? Una gran bella persona, ora siamo amici anche se quando giocavo a Palermo, l’anno scorso, mi fece un fallo durissimo». Idee chiare su modelli e club da seguire: «Leo Messi dice che sono il tuo erede? Quando lo dice un giocatore del genere, vuol dire che stai lavorando bene. Cristiano Ronaldo? È un giocatore di classe capace di segnare sempre, il Real Madrid ha un buon gioco ma è difficile che Zinedine Zidane possa fare ciò che vuole in così poco tempo. Per me comunque in attacco la squadra più forte del mondo è il Barcellona, per me i catalani o il Bayern Monaco vinceranno la Champions League».