2016
Vecchio è bello: lo dice il miglior Chievo del decennio
Il campionato degli uomini di Maran: è il Chievo più forte degli ultimi 10 anni
Si è parlato, tanto e giustamente, delle sorprese Empoli e Bologna: proposte calcistiche dinamiche ed ambiziose, dal miracolo toscano del terzultimo monte ingaggi della Serie A alla solidità di quel progetto emiliano che abbina come pochi altri l’esperienza dei maturi alla spensieratezza dei giovani. Si è discusso meno invece del Chievo Verona, che di punti in classifica ne ha due in più rispetto alle realtà appena citate, al nono posto di un campionato assolutamente sorprendente.
IL MIGLIOR CHIEVO DEGLI ULTIMI 10 ANNI – Assumiamo come base gli ultimi dieci campionati del Chievo Verona: nella stagione 2006-07 i veneti retrocedono in Serie B dopo sei annate consecutive – le prime peraltro nella storia del club – nella massima serie, condite dalle gloriose partecipazioni europee alla Coppa Uefa ed ai preliminari di Champions League in seguito alle sentenze della vicenda Calciopoli. Pagine memorabili per quello che è stato, è ed orgogliosamente resterà un quartiere di Verona. Da allora l’immediata risalita in Serie A caratterizzata da una lunga serie di piazzamenti tutt’altro che scontati ma non all’altezza dell’era Delneri e del settimo posto di Pillon nella Serie A 2005-06: arriveranno in ordine temporale un 16’ posto, 14’, 11’, 10’, 12’, 16’ fino al 14’ dello scorso campionato. Ora il Chievo si è invece stabilizzato nella prima metà della classifica, ha elevato la media punti ad 1.27 a gara e dalla nona postazione attuale può permettersi di puntare quella Lazio distante appena quattro lunghezze.
ED IL CALENDARIO SORRIDE – Da qui al termine del campionato il Chievo di Maran affronterà, nelle otto gare restanti, sei squadre che occupano una posizione di classifica inferiore: Palermo, Carpi, Frosinone e Bologna in casa, Udinese ed Atalanta in trasferta. Le due gare restanti sono da giocare contro Fiorentina al Bentegodi e Roma all’Olimpico: nel complesso il Chievo disputerà cinque degli otto atti finali tra le mura amiche del suo stadio. Insomma, c’è possibilità di incamerare ulteriori punti ed elevare il profilo di un campionato già di discreto tenore: sarà l’esame perfetto alla mentalità della squadra, che dovrà scegliere se accomodarsi sulla salvezza acquisita e di fatto regalare punti a destra e sinistra, oppure trovare le motivazioni necessarie a condurre in porto un torneo che in pochi avevano ipotizzato alla vigilia.
IL CAMPO C’E’ – Sì, sarà esclusivamente una questione di carattere e volontà, perché il campo le risposte le ha già date: il segreto pare essere un centrocampo ben impiantato nell’assetto generale, abile a coniugare la fase di non possesso all’ambizione della fetta attiva di gioco. Radovanovic si è reinventato nelle vesti di regista prettamente di posizione ed ha finalmente trovato il suo equilibrio in campo, Castro ed Hetemaj (Rigoni e Pinzi le alternative) mezzali che hanno corsa, muscoli, tempi di inserimento e propensione offensiva: hanno spesso giocato entrambi ai lati del metodista serbo, segnale evidente della volontà di Maran di giocarsela sempre e comunque. Birsa il trequartista atipico: non ha la velocità propria di chi deve fare la differenza tra le linee ma ha visione di gioco e varietà di soluzioni. L’improvvisa cessione invernale di Paloschi ha privato l’economia della squadra della sua reale bocca di fuoco e gli altri attaccanti, per quanto dediti al sacrificio, non hanno nei piedi i gol del loro ex compagno. Una retroguardia di ultratrentenni completa il quadro del Chievo Verona 2015-16: difensori dal valore individuale magari non altissimo ma esperti ed all’altezza della competizione. Ecco, l’età media della squadra risulta assolutamente eccessiva: oltre 30 anni, il prossimo passo sarà quello di svecchiare con forza l’organico – magari ricorrendo a qualche scommessa in più – senza perdere nulla in termini di tenuta. Non prima di un finale tutto da vivere.