Napoli, Baiano: «Ecco i segreti di Sarri» - Calcio News 24
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2016

Napoli, Baiano: «Ecco i segreti di Sarri»

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Su Gabbiadini: «Sarà doloroso lasciarlo in panchina, ma spazio a Higuain ed ai titolarissimi»

Lunga ed interessante intervista quella rilasciata dall’ex calciatore Ciccio Baiano a Il Mattino: dalla sua avventura al Napoli al proseguimento della sua carriera, passando per Maurizio Sarri e la questione Manolo Gabbiadini. Ecco le parole di Baiano: «Nella gerarchia degli attaccanti io ero messo malissimo: avanti c’era la Magica. Fate voi. Ero il pupillo di Maradona. C’era gente che scalpitava in quella squadra che poi vinse lo scudetto, quali pretese potevo avanzare io? Dovetti fare una scelta e i fatti mi hanno poi dato ragione: ho costruito la carriera lontano dalla mia città. Feci l’esordio in campionato a Genova, avversario la Sampdoria. E giocai l’ultimo quarto d’ora al Bernabeu contro il Real Madrid. Il debutto del Napoli in Coppa Campioni. Era difficile imporsi e io a quell’età volevo soltanto giocare. L’Empoli nel 1986? Un’annata così così. Raccolsi un bel po’ di presenze proprio mentre il Napoli vinceva lo scudetto, andai in prestito al Parma, poi di nuovo all’Empoli e arrivò la svolta: 14 gol in 28 partite».

SARA’ DOLOROSO, MA MANOLO IN PANCA«Ora Gabbiadini e Mertens sono da rispedire in panchina? Alla fine solo undici vanno in campo. Tenere Higuain fuori con i suoi trenta gol realizzati è stato come aver imprigionato per tre settimane un leone ferito. E’ chiaro che contro la Roma toccherà nuovamente a lui. Non tralasciamo il discorso tattico: il Napoli si è consolidato con il 4-3-3 e c’è Callejon che garantisce maggiore equilibrio. Sarà doloroso per Sarri tenere fuori Manolo ma darà via libera ai titolarissimi. A Firenze c’era Batistuta l’intoccabile? Ma è normale che sia così. Con Gabriel mi intendevo a occhi chiusi, gli giocavo accanto, mica potevo pretendere di togliere il posto a un campione come lui. Mertens e Gabbiadini devono mettersi in testa che il Napoli ha raggiunto una dimensione europea, tornerà a disputare la Champions e probabilmente lotterà ancora per lo scudetto: una grande squadra deve avere giocatori di livello anche in panchina».

I SEGRETI DI SARRI«Si somigliano in qualcosa Higuain e Batistuta? Gonzalo è più tecnico, Bati era più forte fisicamente e di testa. Comunque abbastanza simili, tirano senza vedere la porta perché la fiutano. Sono come gli squali quando sentono l’odore del sangue. Sarri mio allenatore alla Sangiovannese? Vincemmo il campionato dalla C2 alla C1, mi colpirono la sua umiltà e la totale dedizione al calcio. Pensavo arrivasse prima in una grande squadra, quando l’ha preso il Napoli non mi sono sorpreso. Il suo segreto ad Empoli? Quello di giocare sempre per vincere nonostante avesse tra le mani una formazione che al massimo si sarebbe potuta salvare. In Serie A se vai in campo solo per difenderti finisci male e lui si è adeguato alla perfezione. Sarri ha un altro enorme pregio: tira fuori il meglio da ogni singolo e non è vero che tatticamente è un integralista. Supporto societario fondamentale? Sposare il progetto Sarri significa condividere le scelte, credere nel progetto e dargli tempo, tantissimo tempo. A Empoli è stato supportato alla grande, a Napoli c’è stato qualche intoppo iniziale ma si è ripreso benissimo. Se la piazza lo lascia lavorare tranquillamente, arriveranno pure le vittorie».

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