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2016

Inter-Udinese nessun italiano in campo, scoppia il caso

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tommasi gala dicembre 2014 ifa

Continuano a far discutere i troppi stranieri in Serie A

Continua a far parlare Inter-Udinese, non per il risultato bensì per l’assenza di un giocatore italiano nei rispettivi undici di partenza. Esattamente, neanche un italiano in campo in entrambe le squadre per la prima volta in Serie A. Già è successo più volte che gli italiani fossero in netta minoranza, soprattutto in casa Inter, ma arrivare al punto che manchino completamente ha destato scalpore tanto che Tommasi, presidente dell‘AIC, si è espresso così: «Norme sbagliate per i vivai, non sono meravigliato di vedere 22 stranieri in campo perché le norme varate dalla Federazione sono sbagliate e non vanno nella direzione della tutela dei vivai italiani. Il progetto delle rose a 25 ha molte lacune perché non aumenta l’utilizzo dei giocatori italiani ma anzi li penalizza perché accresce il minutaggio dei giovani che arrivano da fuori».

MANO AI DATI- La Serie A, dopo la Premier League, è il campionato con più stranieri (circa il 55,6%) a differenza della Bundes che si tiene al di sotto del 50% e della Liga che risulta, fra i grandi campionati, quello che dedica maggior attenzione a coltivare e dare spazio ai propri talenti (solo il 41% dei giocatori è straniero). Prendendo altri numeri sta degenerando anche la situazione sugli U21 azzurri, il loro utilizzo è calato in un solo anno dal 17% al 13% ed addirittura la Samp, Genoa ed Empoli fanno crescere nei loro vivai, sostanzialmente, solo stranieri.

LE SECONDE SQUADRE- «Ci siamo sempre battuti per le seconde squadre, questo è uno dei tanti elementi su cui si potrebbe lavorare ma che deve essere messo insieme ad altre norme che premino le società che puntano sul settore giovanile» a parlare è sempre Tommasi, insistendo su un tema delicatissimo: le seconde squadre. Come in altri campionati europei, per esempio Francia e Spagna, in Italia si sta spingendo per introdurre in Lega Pro delle squadre B, per dar spazio ai ragazzi dei settori giovanili e introdurli anzitempo nel calcio professionistico. Un momento cruciale per il calcio italiano, una riforma che potrebbe rilanciarci a livello europeo e che soprattutto potrebbe valorizzare i tanti giovani sparsi per i campionati minori.

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