2016
9 cose che non sai di Saul Niguez
Dalla finale sfumata alle turbolenze nel Real: le curiosità sul mediano Saul Niguez
Slalom in mezzo alla difesa del Bayern Monaco, poi un sinistro perfetto per battere Manuel Neuer: un’autentica perla quella con cui ieri Saúl Niguez Esclápez ha deciso la vittoria dell’Atletico Madrid nell’andata della semifinale di Champions League. Una magia che potrebbe spianargli la strada della Roja, visto che la sua esuberanza fisica può tornare utile all’Europeo. Ora non pensa alla Spagna, però, il centrocampista 21enne, perché deve restare focalizzato sulla corsa in Liga e sul cammino europeo che può portarlo a Milano a fine maggio. Noi, invece, conosciamo meglio il giocatore che ha conquistato oggi le prime pagine dei quotidiani sportivi internazionali.
LA FINALE SFUMATA
Riuscire ad arrivare in finale di Champions League sarebbe una rivincita per Saúl, che quando l’Atletico Madrid disputò quella contro il Real nella stagione 2013/14 era in prestito al Rayo Vallecano. Il calciatore di Elche si è perso la stagione più incredibile della storia recente dei Colchoneros, ma può rimediare provando a vivere un’avventura straordinaria. L’esperienza a Vallecas – quartiere di Madrid – si è rivelata comunque preziosa per Saúl, che ha collezionato col Rayo 37 presenze totali in campionato. Lì, infatti, ha avuto modo di scoprire un calcio molto offensivo e di migliore nella gestione della palla, considerando l’intransigenza di Paco Jemez. Cresce anche la sua visione di gioco e la padronanza del ritmo del gioco. Una stagione disputata con continuità, quindi un apprendistato per il grande salto alla corte di Diego Pablo Simeone
IL REAL MADRID
Nel passato di Saúl c’è anche un altro club di Madrid, il Real. In finale potrebbe ritrovarsi davanti proprio la squadra con cui ha mosso i primi passi nel calcio professionistico. Sarebbe un tuffo nel passato per via della finale del 2014 ma anche perché è cresciuto nel settore giovanile del Real Madrid. Non è tutto oro, però, quello che luccica, perché i ricordi di quell’esperienza non sono positivi. Le settimane vissute a Valedebas non hanno lasciato buoni aneddoti: «Andava tutto bene in campo, ma fuori avevo molti problemi. Venivo spesso derubato di scarpe e cibo, sono stato anche accusato e punito per cose che in realtà non avevo mai commesso. Nonostante le mie parole, non mi credettero e fui sospeso per due settimane. Ero solo un ragazzino, non potevo convivere con questi problemi», ha raccontato il centrocampista, rinato nell’Atletico, che lo ha ingaggiato all’età di 13 anni: «E’ una società con valori forti: umiltà, lavoro duro, sacrificio, unità e forza della squadra».
IL RUOLO
In questa stagione ha disputato 43 partite, ma non è stato semplice per Saúl trovare spazio con Simeone, soprattutto all’inizio. L’infortunio di Tiago gli ha permesso di trovare spazio al fianco di Gabi prima di essere spostato sul centrodestra per l’arrivo di Augusto Fernandez nella finestra invernale di calciomercato. Una delle qualità più importanti dello spagnolo è la duttilità. E’ stato definito un todocampista: «Ha fisico, tecnica, buon tiro, ottime capacità realizzative e voglia di vincere», dice di lui Simeone. E, infatti, il tecnico argentino lo ha sistemato ovunque in mezzo al campo: impiegato da mediano, regista, esterno e difensore centrale, Saúl è diventato un calciatore totale. Può diventare così uno dei centrocampisti più forti del mondo.
INFORTUNI
Nella giovane carriera di Saúl ci sono stati pochi intoppi. Durante l’avventura al Rayo Vallecano si è fermato in infermeria in una sola occasione – e per soli sei giorni – a causa di uno stiramento del muscolo addominale. Nella scorsa stagione si è fermato in due occasioni: per una settimana a febbraio a causa di una ferita al ginocchio sinistro, poi per tutto il mese di marzo per aver riportato un trauma renale con ematoma nella sfida di Champions League contro il Bayer Leverkusen che lo ha costretto al ricovero presso una clinica tedesca. In questa stagione, invece, ha fatto sosta in infermeria per 9 giorni a causa di una distorsione alla caviglia. Tutto sommato, dunque, appare un giocatore di affidamento anche dal punto di vista fisico.
TRANSFERMARKT
Continua a crescere il valore di Saúl, che in una stagione ha fatto registrare un rialzo della valutazione del suo cartellino da 15 a 20 milioni di euro. Quando muoveva i primi passi nella seconda squadra dell’Atletico Madrid valeva solo 1,5 milioni di euro, poi la crescita esponenziale: dopo l’esperienza al Rayo Vallecano era arrivata a 7,5 milioni di euro fino all’esplosione nell’ultima stagione. Blindato fino al 2020 dall’Atletico Madrid, Saul ha una clausola rescissoria di ben 45 milioni di euro, che rappresentano il suo potenziale valore. Una somma che club come Barcellona e Manchester United investirebbero volentieri se continuasse a mostrare questo alto rendimento.
«Grazie a tutti i tifosi che sono venuti ieri, quando eravamo stanchi o nel momento peggiore della partita, ci avete aiutati a dare di più e ci avete dato l’energia per continuare a correre», con questo messaggio stamattina Saúl ha ringraziato su Facebook i tifosi dell’Atletico Madrid, che ieri hanno riempito il Vicente Calderon per sostenere la squadra contro il Bayern Monaco. Ma non è l’unico messaggio con cui il centrocampista dimostra il grande attaccamento: «Pronti per domani! Orgoglioso di far parte della tua storia, Atletico. La motivazione è al massimo per poter scrivere domani una pagina più». Non solo calcio nel profilo Facebook (saulniguez) di Saúl: spazio anche alla cucciola Thaila.
Sul profilo Twitter (saulniguez), invece, il centrocampista confida qualche riflessione: «Siamo tutti molto ignoranti. Succede però che non tutti ignorano le stesse cose». Ma coglie anche l’occasione per salutare gli ex compagni di squadra, come Radamel Falcao: «Che gioia vederti giocare di nuovo! Grande Falcao! Ti auguro il meglio per questa stagione». O per sponsorizzare il campus estivo che organizza con i suoi fratelli.
Dal palleggio con tiro della palla in macchina ai messaggi d’amore per l’Atletico Madrid: «Per me non è solo uno scudo. E’ una maniera di vivere la vita». Ma su Instagram (sulboria22) ce n’è anche uno d’amore per la fidanzata: «Auguro buon compleanno alla persona più speciale che conosco! Quella persona che mi ha incoraggiato nei momenti più brutti, che mi ha dato fiducia come persona e giocatore, quella persona a cui darei tutto quello che ho e che ha dato stabilità alla mia vita! Lei è la mia compagna di viaggio in questa vita! Buon compleanno amore!», ha scritto a settembre. Grande attenzione anche ai temi sociali: «Tutta la mia forza e il mio sostegno a tutti i piccolo grandi eroi nella Giornata Mondiale contro il cancro infantile».
LA FAMIGLIA
Saúl è figlio d’arte in una famiglia di calciatori: il padre Boria è stato attaccante dell’Elche negli anni Ottanta, mentre i suoi fratelli Aaron e Jonathan hanno avuto modo di cimentarsi nel calcio professionistico: il primo gioca nel Braga, l’altro invece ha chiuso la sua carriera in Slovenia. Si diceva che in prospettiva Aaron fosse più forte, poi ad emergere è stato il “piccolo” Saúl. E con i suoi fratelli dirige un campus estivo ad Elche per i bambini dai 6 ai 12 anni.