2016
Rizzoli: «Bonucci? Caso creato dal nulla»
Punzecchia: «Complimenti dal Barça, in Inghilterra nessun caso Vardy»
Nicola Rizzoli esclude categoricamente l’ipotesi del ritiro: l’arbitro si sente motivato come a inizio carriera e soprattutto ancora in forma. «C’è chi ha stravolto alcune frasi dette durante il raduno Uefa. Sono uno che fa un passo alla volta. Quindi, ora sono concentrato sul campionato, poi sarà la volta dell’Europeo. So bene che c’è un limite a 45 anni: li farò in autunno, ma esistono le deroghe. Specie per gli arbitri top class. Ecco, credo di essere stato chiaro…», ha dichiarato Rizzoli a La Gazzetta dello Sport, provando a mettere la parola fine alle ultime movimentate settimane.
LE PROTESTE – Dall’infortunio al polpaccio, alle polemiche sul caso Bonucci, dal rigore non concesso al Barcellona in Champions League all’allontanamento contestato da Gian Piero Gasperini, finendo col faccia a faccia con Keita: «La cosa che mi ha dato più fastidio è stato il polverone su Bonucci: creato dal nulla. Foto? Si è preso un frame e da quello si è dato per scontato addirittura che ci fosse stata una testata. Altre foto danno il senso della distanza e poi basta vedere il video per capire che non c’era nessun caso Bonucci. Non esiste una regola, ma è ovvio che un calciatore non può avere atteggiamenti aggressivi. Molto dipende da come un giocatore si approccia e dalle caratteristiche personali. Prendiamo Keita: è venuto da me in modo tranquillo, senza gesti o parole concitate. E siccome sono un arbitro aperto al confronto, l’ho accettato. Se avesse usato toni sbagliati glielo avrei impedito. Con Bonucci andiamo oltre: sono stato io ad andare da lui perché stava protestando con l’addizionale. L’ho portato via e siccome continuava a dire che non era rigore, è stato ammonito. Nessuno in campo, nemmeno del Torino, ha percepito qualcosa di sbagliato. Poi ci hanno pensato i social…», ha spiegato Rizzoli, che si è detto dispiaciuto per il gol annullato al Torino per un fuorigioco inesistente: «Ma non era una chiamata semplice come è stato detto».
CULTURA EUROPEA – Viste le difficoltà palesatesi negli ultimi anni, la tecnologia potrebbe dare una mano agli arbitri: «Nessuno di noi è contrario alla tecnologia, può solo farci piacere. Ma deve essere certa, come sul gol non gol. Ad esempio l’uso del fuorigioco può dare dei problemi: basta fermare l’immagine un attimo prima o dopo per cambiare decisione». La moviola, ad esempio, avrebbe fatto comodo a Rizzoli in occasione del mancato rigore al Barcellona: «Dalla mia prospettiva non ero sicuro che il braccio fosse dentro l’area. Tra l’altro ho avuto il dubbio che ci fosse stata una carambola sull’altra mano che era certamente prima della linea. Un errore, ma lo sa che cosa è accaduto negli spogliatoi? I giocatori del Barcellona e i dirigenti sono venuti nel nostro spogliatoio a farci i complimenti. Nessuna protesta. “Hanno meritato loro di passare” il loro commento. Si chiama cultura sportiva, in Italia non sappiamo cosa sia», ha raccontato Rizzoli, che poi ha preso il caso Vardy in Inghilterra: «Il Leicester è a un passo dal lieto fine di una favola bellissima, ma nessuno grida allo scandalo perché il loro attaccante più forte è stato fermato due giornate dopo le parole di troppo dette all’arbitro e dimostrate con la tv. In Italia sarebbe scoppiato il finimondo: da noi quando un giocatore è squalificato per degli insulti si fa sempre ricorso sostenendo che non ha mai detto quelle frasi. Serve aggiungere altro?».
LA SPIEGAZIONE – C’è tempo poi per commentare l’episodio relativo all’allontanamento dell’allenatore del Genoa: «Aveva protestato per il recupero lungo. Con me in modo accettabile, con il quarto uomo no. Glielo abbiamo spiegato al rientro in campo. Ho dato 4 minuti perché erano entrate 4 barelle in campo. Poi Izzo ci ma messo 80 secondi per uscire: ho fatto presente a tutti che avevo fermato il cronometro. Ecco perché siamo andati oltre i 5 minuti. Il secondo giallo non c’era? Situazione al limite, ognuno può fare le considerazioni che vuole. Come il giallo dato a Iniesta: c’era la chiara occasione da rete e quindi il rosso diretto? Ci sono pareri diversi, trovo fuori luogo le discussioni». Rizzoli, che augura alla Nazionale di arrivare in finale all’Europeo pur sapendo che così non sarebbe candidato ad arbitrarla, ha spiegato in quale caso accetterebbe l’indicazione di un collega che visiona il replay: «Su una situazione oggettiva come il rigore di Madrid, sì. Su tutto il resto è impensabile che l’arbitro in campo non veda le immagini. Resterebbe col dubbio e così non si fischia sereni».