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CN24 Awards 2016, la classifica di febbraio

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Alessandro Moggi nuovo numero uno, Branchini vince tra gli intermediari

Siamo ancora in epoca di recupero classifiche arretrate, un ultimo sforzo e ci siamo quasi. Sempre con la massima attenzione però a non sforzarci troppo, che le emorroidi sono sempre dietro l’angolo in agguato. Via allora con la classifica di febbraio dei Calcionews24 Awards 2016: dopo il trionfo di Tullio Tinti in gennaio, cambio tra i procuratori alla posizione numero uno. Cambio anche del capoclasse di turno per gli intermediari, ma non è ‘sta gran cosa a rifletterci bene… A febbraio infatti, nell’immobilismo pressoché totale et fisiologico del mercato, sono state poche le operazioni che hanno fatto la differenza. In uscita, senz’altro, ma fuori dall’Europa, lì dove i mercati sono rimasti aperti per qualche settimana ancora dopo la fine di gennaio. In entrata poi, ma in ottica prossima stagione. Sì, ok, va bene dai, inutile raccontarla più di tanto: non è successo quasi una benemerita fava e, a lungo andare, a fare la differenza sono state le prestazioni dei singoli giocatori un po’ qua, un po’ là, ma soprattutto un po’ dove capitava. Vamos con la classifica allora senza troppo indugiare: categoria procuratori. 

PROCURATORI

10. MARIO GIUFFREDI Ancora abbastanza imperscrutabili i movimenti del procuratore napoletano, che scende dall’ottava all’ultima posizione della top ten. Se qualcosa succederà, come per tutti, succederà nei mesi a venire. Un commento al volo sulla questione Luigi Sepe vs. Fiorentina: in condizioni normali avremmo pesantamente randellato il procuratore di turno per una operazione che, con tutta evidenza, sin dall’inizio poteva sembrare ai più una mezza bischerata (non a chi vi scrive, onestamente, lo ammetto, non tanto per eccesso di fiducia nei mezzi dell’estremo difensore partenopeo, quanto piuttosto per eccesso di sicurezza nella scarsezza di Tatarusanu, uno di coloro a cui non darei in custodio nemmeno il cane). In condizioni normali, appunto. Non in questo caso però: lo stesso Sepe, nell’ormai famigerato post su Instagram in cui ha sputtanato la sua intera stagione (perché se prima poteva avere pure qualche chance di scendere in campo almeno trenta secondi nell’ultima partita di campionato, adesso probabilmente la Fiorentina al suo posto preferirebbe far giocare Topo Gigio), aveva infatti pubblicamente confessato come e quanto lo stesso Giuffredi gli avesse consigliato di commettere la fesseria di trasferirsi in viola. In pratica è la confessione del giocatore che scagiona il procuratore, anzi gli dà ragione in toto. Facciamo solo un appuntino: un giocatore che non segue i consigli del suo procuratore è come uno che prende le proteine e non va in palestra. Il buio oltre la Sepe. 

9. DONATO DI CAMPLI New entry, ma la sua è una fugace apparizione di sfuggita, se non altro per il momento. Perché, almeno che ci risulti, Di Campli al di fuori di tutto ciò che è legato al suo figlioccio Marco Verratti, continua ad avere ben poco da fare. Che per carità, sono certo che il centrocampista del Paris Saint-Germain di impegni e spunti professionali ne garantisca almeno un buon tot al mese, peccato che però poi a una certa pare proprio che il “verrattificio” chiuda e che Di Campli corra il rischio di rimanere il resto del tempo a guardare i cantieri come gli anziani soli in città. Detto questo, a febbraio Verratti ha rinnovato con il PSG fino al 2020. Lo so, è un’operazione estero su estero, quindi da regolamento non ne dovremmo tenere conto. Infatti Di Campli è nono a guardare il resto della truppa dal basso. Meglio di niente: a caval Donato, non si guarda in bocca.  

8. TULLIO TINTI Sic transit gloria mundi, sic transit Gloria Guida (potremmo ritenere o no Tullio Tinti a tutti gli effetti il sosia di Johnny Dorelli? Chi nega è complice). Dalla prima posizione di gennaio all’ottava di febbraio, ma sarà soltanto un calo momentaneo, ne siamo più che certi, certosini. Nessuna operazione da rilevare, ma constatiamo con piacere come pure a Re Tullio ogni tanto ne vada di traverso qualcuna: ad esempio l’operazione EderInter, degna del miglior rookie di turno. Non certo una roba che ti saresti aspettato, insomma, da uno navigato come Tullio. Tra l’altro parliamo dello stesso Eder che aveva rinunciato al Leicester City perché desideroso di vincere qualcosa. Sì, una botta in testa. Tinti comunque è ottavo a dimostrazione del fatto che anche ai migliori talvolta capita di perdere qualche colpo. Rin-Tinti-n. 

7. SILVANO MARTINA – È l’agente storico, uomo ombra, di Gigi Buffon e di altri portieri. Proprio lui, ex portiere di un certo livello, non ha sempre parato i colpi di sfiga che gli sono arrivati nella carriera da procuratore (l’ultimo, in ordine di tempo, è quello disastroso targato Vidic), con Buffon però bene o male è sempre andato sul sicuro. In anni di lavoro al fianco dell’estremo difensore della Juventus, Martina non ha mai avuto mezza parola fuori posto e non ha mai cercato di vivere di luce riflessa cercando di cavalcare l’onda del successo: qualche tempo dopo, possiamo dirlo, ha avuto ragione. Tributiamogli il giusto merito in concomitanza con l’inizio del periodo d’oro di Buffon quest’anno (poi è finita alla grande come tutti sappiamo) e basta. Fra Martina, campanaro.  

6. FEDERICO PASTORELLO Pure lui in calo rispetto al secondo posto dello scorso mese, vive un po’ il trauma post-sbornia delle operazioni Kevin-Prince Boateng al Milan e Stephan El Shaarawy alla Roma. A parte questo, niente da segnalare a parte i soliti viaggi lungo la tratta Montecarlo – Italia alla ricerca dell’affare giusto: Federico segugio, Pastorello tedesco. 

5. MINO RAIOLA Ingresso in classifica a suo modo storico: è la prima volta che Mino plana all’interno del nostro mega-concorsone a ricchi premi e cotillon. Lo fa in una posizione tutto sommato concona a rappresentare l’attuale condizione di colui che, mediaticamente almeno, è secondo molti il re del mercato. L’enorme successo delle prestazioni di Gigi Donnarumma col Milan valgono tanto in termini di classifica per Raiola, che ha tutta l’esperienza e la capacità per poter monetizzare cotanto successo. Per ora parliamo di una monetizzazione potenziale, abbastanza scontata, ma non ancora concreta. Vedremo meglio in estate come si evolverà la situazione e, nell’attesa, attendiamo con ansia la prossima comparsata di Mino in tv (le sue sassate mancano da un po’). Prossimamente in onda su Rai-ola Uno, Rai-ola Due e Rai-ola Tre. 

4. ROBERTO DE FANTI Discreto, pulito, elegante, decisamente very english-man, De Fanti debutta in classifica quest’anno alla position number four che non ci pare poco. A febbraio, in maniera decisamente silenziosa (forse pure troppo) ha messo a segno il rinnovo di Danilo Cataldi con la Lazio. Abituato a veleggiare più negli alti borghi della Premier League che nelle periferie della Serie A, Bob sta imparando step by step a trattare anche il mercato italiano (the italian market, repeat after me), perché certamente avere a che fare con gli ingessatissimi dirigenti britannici non è propriamente la stessa cosa che avere a che fare co’ Lotito che se sporca a camicia co’ e porpette ar sugo. Shock a parte, anche in italia ci vorrebbe non uno ma dieci, venti, trenta, cento-Fanti. 

3. DAVIDE TORCHIA L’anno scorso è entrato e uscito di classifica più volte che il mio amico scippatore di galera, ma quest’anno Davide conta di rimanerci a lungo. Il rinnovo di Daniele Rugani con la Juventus può essere, tutto sommato, un’idea regalo post-natalizia abbastanza carina per il giocatore e pure per il club, che ha dimostrato di voler puntare sulla linea verde (green line, ah no scusate, De Fanti lo abbiamo già passato). Allora va bene, prendiamo il prolungamento fino al 2020 del difensore bianconero come un segnale forte per il calcio italiano e magari pure per il portafoglio del suo procuratore, che noi comunque terremo ancora sotto torchio. Anzi sotto Torchia.  

2. VINCENZO PISACANE New entry assoluta della nostra classifica. Il giovane Pisacane centra a porta vuota, ma con ottima destrezza, il colpaccio Rolando Mandragora alla Juventus. Cosa dire del centrocampista di Scampia, esploso quest’anno tra le gioiose fila del Pescara? Niente, non diciamo niente, perché ogni predizione futura sarebbe superflua quanto la trama in un film porno. Aspettiamo e vediamo, però per adesso rendiamo merito a Pisacane per averci visto giusto: Napoli del resto è una città piena di talenti calcistici, se se ne rendesse conto un po’ di più anche la società che teoricamente da quelle parti dovrebbe avere sede, magari a quest’ora non staremmo a parlare di fatturati, torti arbitrali, questioni meridionali borboniche ed altri argomenti neanderthaliani con cui ai tifosi piace fragorosamente pestare gli zebedei. Pisacane debutta al secondo posto di febbraio, con la prospettiva di arrivare in alto: vincere Vincenzo. 

1. ALESSANDRO MOGGI Prima o poi era destino che anche Moggi junior si prendesse la prima posizione di una delle nostre classifiche e, almeno su questo, non c’è molto da commentare: il passaggio di Antonio Nocerino agli Orlando City ben oltre il gong di mercato italiano è stata una mossa intelligente e forse nemmeno tanto banale, perché l’ex Milan in Italia tutto sommato ci poteva ancora stare (o almeno, ultimamente a certi livelli ne abbiamo visti di più scarsi sicuramente). Anche per l’estate prossima Moggi avrà parecchia carne al fuoco da gratinare, dunque il suo trionfo di febbraio non è propriamente da ritenersi come l’unico assolo di cuculo dell’anno. Il passaggio comunque c’è stato, manca la fucilata finale della transazione: da mogi mogi a Moggi Moggi.

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