Leicester City, Bagnoli: «Più sorpresa il Leicester del mio Verona» - Calcio News 24
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2016

Leicester City, Bagnoli: «Più sorpresa il Leicester del mio Verona»

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Continua: «Noi sempre in buona posizione, loro ad un passo dalla retrocessione»

La vittoria della Premier League del Leicester City di Claudio Ranieri ha portato molti al confronto con il successo dell’Hellas Verona del 1984-85 in Serie A. Intervistato dal Corriere Veneto, l’ex tecnico gialloblu autore dell’impresa Osvaldo Bagnoli ha commentato così l’accostamento: «Certo che sono contento. Con questa vittoria del Leicester si sono ricordati tutti anche del nostro scudetto. Viene fatto questo confronto perché loro, come noi, hanno vinto arrivando davanti a squadre considerate superiori e andando oltre i pronostici. Se c’è qualcos’altro di simile? Penso di sì. L’armonia dello spogliatoio. Ecco: non conosco la realtà del Leicester, però da quel che capisco hanno avuto degli ottimi rapporti tra i vari giocatori, e questo è quel che è accaduto anche per il Verona quando abbiamo ottenuto il nostro successo. D’altra parte non si raggiungono certi risultati se non ci sono le persone che vanno in campo con lo stesso spirito. Sono sempre gli uomini a contare, più che gli schemi, che per me non esistono».  

PIU’ SORPRESA LORO DI NOI«Più sorpresa il Leicester o il mio Hellas? Guardi, francamente più loro. Non è un problema per me sottolinearlo. Quando sono arrivato sulla panchina del Verona, nel 1981, si era in Serie B. Fummo promossi e nei due anni seguenti ci piazzammo quarti e dopo sesti. Dunque eravamo sempre stati in una buona posizione. La vittoria del campionato, è chiaro, non se l’aspettava nessuno, ma è stata meno sbalorditiva rispetto a quella del Leicester, che un anno fa, mi dicono, si è salvato da una retrocessione che era poco meno che sicura. Ranieri? Da allenatore ho fatto in tempo ad affrontare le sue squadre, nelle ultime stagioni in cui sono stato anch’io tecnico. Non ne ho, tuttavia, una conoscenza diretta, non ce n’è stata l’opportunità: per questa ragione non posso dire che ci sia un’amicizia, insomma. Ma senz’altro lo stimo per quanto ha costruito. Tanto più visto che ha saputo vincere all’esterno, una cosa che a me non sarebbe mai potuta accadere. Per come sono io, infatti, non avrei mai lasciato l’Italia, anche se ce ne fosse stata l’occasione».  

BRIEGEL, CURIOSITA’ DELLO SCUDETTO HELLAS«Visto giocare il Leicester? Non ancora, ma me ne hanno parlato in tanti e allora ho deciso che sabato, quando da quel che mi riferiscono ci sarà una loro partita, li guarderò per la prima volta con curiosità. I loro calciatori? Non saprei farle dei nomi, su chi sia quello più o meno decisivo e questo genere di argomenti, ma devono essere bravi sul serio e sono stati sicuramente sempre uniti. Come quelli del Verona sculettato? Ci fu la capacità della società di non variare molto la struttura della squadra e Mascetti, direttore sportivo, girò parecchio per individuare dei giocatori adatti a rafforzarla. Furono inseriti solamente i due stranieri, Elkjaer e Briegel, che si ambientarono subito per il meglio. Pensi che Briegel lo prendemmo perché il nostro terzino sinistro, Maragon, voleva andare via e lui doveva essere il sostituto. Poi Marangon cambiò idea e restò. Dovevo trovare una collocazione per Briegel. Gli parlai e gli chiesi se gli piacesse essere schierato da mediano, cosa che sarebbe stata una novità grossa per uno che non l’aveva mai fatto: ‘E’ sempre stato il mio sogno’, mi rispose. Vede come nascono certe cose?».

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