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2016

Juventus, meglio Conte o Allegri? L’opinione degli esperti

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I pareri degli ex Cannavaro, Prandelli, Gentile, Iuliano e Zoff

Da cinque anni ormai la Juventus è regina incontrastata della Serie A, con cinque scudetti vinti consecutivamente ed un predominio quasi mai in discussione. Gran parte del merito, oltre che alla società, va ad Antonio Conte e Massimiliano Allegri. Ma chi è il migliore tra i due? La Gazzetta dello Sport ha posto la domanda a grandi ex bianconeri, come Fabio Cannavaro: «Antonio Conte ha avuto più problemi nella fase iniziale, doveva anche aiutare la riorganizzazione societaria. Ed è stato bravissimo. Ora dovrà fare lo stesso lavoro al Chelsea. Ma merito anche ad Allegri, intelligente a sfruttare il lavoro di Conte e a migliorare il rendimento di squadra. Soprattutto ha migliorato la solidità difensiva, e poi anche Pogba ha avuto una crescita pazzesca: consapevolezza e personalità a soli 23 anni».  

PRANDELLI E GENTILE – Indeciso Cesare Prandelli, ex ct azzurro: «Impossibile preferire uno all’altro: sarebbe come scegliere tra la mamma e il papà. Conte ha firmato un’impresa straordinaria, con lui la Juve ha ritrovato mentalità, gioco e spirito, ha aiutato la società a fare alcune scelte non facili. Allegri è stato meraviglioso e coraggioso ad accettare la sfida, per provare a fare meglio del suo predecessore. E ci è riuscito, plasmando una squadra vincente nonostante cambiamenti e cessioni. Due modi diversi ma entrambi efficaci di gestire una grande squadra. Allegri meno autoritario di Conte? Forse all’apparenza, ma negli spogliatoi è uno che si fa sentire eccome. Da fuori Conte sembra inflessibile, mentre Allegri ha un altro carattere. Nessuno dei due, però, offusca l’altro». Da grande ex bianconero Claudio Gentile equipara i meriti: «I primi tre anni di Conte sono stati una piacevole sorpresa. Ma se dovessi valutare i primi due di Allegri lo vedo decisamente in vantaggio, a differenza di Conte è riuscito a conquistare la finale di Champions al primo anno. Allegri ha trovato una squadra pronta, con schemi e mentalità vincenti. Ha sposato il progetto per non stravolgerlo, e poi l’ha perfezionato, rendendolo più spettacolare. Ma i meriti sono di entrambi. Con Allegri la Juve è tornata squadra da competizione europea, ora la Champions è l’obiettivo primario. Anche perché cinque o sei scudetti di fila sono abbastanza».  

IULIANO E ZOFF«Due imprese diverse, grandissime, con Conte la Juve è risalita, con Allegri si è confermata. Sono due grandi allenatori, con caratteristiche diverse. In comune hanno le vittorie e il fatto di aver dato gioco e stimoli alla squadra. Allegri ha continuato il lavoro iniziato da Conte, è stata brava la società ad individuare in Massimiliano un’alternativa per la continuità. Allegri è stato molto intelligente a non voler cambiare troppo subito, è riuscito a migliorare la squadra sul piano della qualità nonostante tre cessioni come Pirlo, Tevez e Vidal. Ed è riuscito a gestire i momenti delicati alla grande. Come dopo la sconfitta nella finale di Berlino l’anno scorso oppure all’inizio di questa stagione», questa l’analisi di Mark Iuliano, ex compagno di squadra di Antonio Conte in bianconero e reduce dall’esperienza in panchina al Latina. Infine, questa l’opinione di un saggio come Dino Zoff:  «Per quanto riguarda i risultati direi che non ci sono grandi differenze. Conte in poco tempo è riuscito a dare un’impronta molto forte alla squadra. Allegri l’ha seguita fino a un certo punto, poi ha avuto la prontezza di cambiare e la squadra lo ha seguito. In campo la Juve non ha risentito del cambio in panchina, sono poche le differenze evidenti: la squadra è sempre scesa in campo con la stessa volontà e determinazione, mantenendo la fame del primo scudetto. Adesso l’asticella si deve alzare, la Juve deve puntare decisa alla finale di Champions. Credo che vedendo le semifinali un po’ di rammarico ci sia: questa Juve se la poteva giocare con tutte e quattro le semifinaliste».

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