2016
Le due ultime stelle
Lultima del West Ham allUpton Park
Quando manca un turno al termine della Premier League il West Ham di Slaven Bilic occupa con assoluto merito il sesto posto della classifica ed è – al netto dell’inarrivabile Leicester di Claudio Ranieri – l’attuale sorpresa del calcio inglese: dopo due dodicesimi posti consecutivi, la retrocessione in Championship di appena quattro anni fa ed un andamento nell’ultimo ventennio tutt’altro che irresistibile, ecco le luci della ribalta.
L’ULTIMA AD UPTON PARK – Che non a caso coincide con la migliore stagione del recente passato degli Hammers: zona Europa League, anche qualora fosse il Crystal Palace ad aggiudicarsi la finale di FA Cup: l’altra coppa inglese – la Capital One Cup, che dà diritto ad un posto in Europa League – se l’è aggiudicata il Manchester City, attuale quarta forza del torneo e dunque in procinto di accedere al playoff di Champions. Tradotto: il sesto posto è valido ai fini di un piazzamento europeo. Che il West Ham, salvo colpi di scena nell’ultimo turno di Premier League, si è guadagnato con il memorabile atto finale dell’Upton Park: gara iniziata in ritardo per via degli scontri tra tifosi di due fazioni che non si sono mai amate, poi sviluppatasi su sorpassi e controsorpassi mozzafiato che hanno reso giustizia all’epilogo di un impianto tra i più acclamati del panorama britannico. Agli uomini di Van Gaal non è bastata la doppietta di un super Martial, venuto fuori passo dopo passo in una stagione in cui i soliti maldicenti lo avevano bollato come pacco dell’anno, nel finale le reti di Antonio e Reid hanno regalato al popolo Hammers l’auspicato commiato.
LA STELLA – Il West Ham si trasferirà, in avvio della prossima stagione, all’Olympic Stadium, impianto londinese edificato in occasione delle Olimpiadi del 2012 e che ha già centrato il fatidico sold out prima ancora di accogliere la sua nuova squadra: le richieste di abbonamento per la prossima stagione hanno superato il limite disponibile, segnale inequivocabile di un attaccamento mai messo in discussione e rinnovato dai recenti risultati del club. L’ultima stella del Boleyn Ground, la denominazione originaria del più glorioso Upton Park, è per distacco Dimitri Payet: primo anno in Premier League dopo una trafila nel campionato francese che non ha reso giustizia e visibilità a tanto talento, il battesimo si è rivelato di fuoco. Ben 9 reti e 12 assist in un torneo da protagonista, le statistiche salgono rispettivamente a 12 e 15 se sommiamo le risultanze della FA Cup, colpi di genio disseminati in ogni dove, intuizioni ai limiti dell’esplicabile e quel riconoscibile marchio di fabbrica dai piazzati: esploso tardi? Forse sì, forse no per chi già se ne era innamorato, anche della sua discontinuità. Ora Dimitri Payet è una realtà fin troppo visibile, e nel curriculum potrà aggiungere di essere stato l’ultima stella a brillare nello scenario dell’Upton Park.
E POI C’E’ LUI – Sui generis, decisamente sui generis: guardi Slaven Bilic e tutto ti sembra tranne qualcuno che abbia a che fare con un pallone rotolante. Poi scavi nel suo percorso di vita ed in effetti ti accorgi di come abbia coltivato ogni interesse pur di non limitarsi ad una sola sfaccettatura del mondo: laurea in legge, studio delle lingue – parla anche un fluente italiano – e musica rock nelle vene, al punto che qualcuno giura di aver ascoltato più volte heavy metal in casa West Ham. A quanto pare funziona, considerando che – dopo la parentesi da calciatore nella stagione ’96-’97 – questa sia la prima stagione del tecnico croato sulla panchina londinese. Perché Bilic è anche tattico finissimo e, quantomeno guardando all’opera il suo West Ham, allenatore che ragiona (tanto) sulle sue disponibilità e (poco) sul livello dell’avversario. La sua squadra non ha mai snaturato una certa convinzione: i risultati alla fine hanno premiato e – non fosse stato per quel letterale suicidio casalingo dello scorso sabato in favore dello Swansea City – staremmo dibattendo di qualcosa di clamoroso. Ma non c’è spazio per i rimpianti: vincere al Britannia Stadium in casa dello Stoke City per blindare l’accesso alla prossima Europa League. In un nuovo stadio, ma con il vecchio spirito.