Squinzi: «Berardi alla Juve? Non è detto» - Calcio News 24
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2016

Squinzi: «Berardi alla Juve? Non è detto»

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squinzi sassuolo maggio 2015 ifa

«Scudetto? La qualificazione alla Champions, di più non si può»

Giorgio Squinzi non farà il tifo per il Milan sabato in occasione della finale di Coppa Italia contro la Juventus. Il patron del Sassuolo, noto tifoso rossonero, dovrà “gufare” la sua squadra del cuore, perché la vittorie dei bianconeri aprirebbe le porte dell’Europa League alla sua squadra. «Io tiferò per Max Allegri, uno dei nostri. Ci portò dalla C1 in B. Poi mi chiese di liberarlo per andare al Cagliari. È il mio grande rimpianto, non avrei dovuto farlo. Con lui saremmo arrivati in Serie A almeno 2-3 anni prima. Se la Juventus vincesse la Coppa Italia, sarò felicissimo di portare in Europa la squadra d’una cittadina di 40mila abitanti. Ma sarà anche un azzardo. Dovremo spendere più soldi, migliorare la rosa, abituarci a giocare il giovedì. Sarà la prima volta per tutti, anche per Di Francesco», ha dichiarato Squinzi a Il Giornale.

AFFARI – Il Sassuolo in campionato ha fatto meglio del Milan ed è arrivato vicino all’Inter. Milano in flessione: «Soffre la saturazione delle due grandi famiglie. Berlusconi continua a metterci soldi e passione, ma non ha strategia. Moratti non ha più la voglia e forse la forza di investire come in passato. Nuovi soci? A comandare deve essere uno solo, a me i partner non piacciono». Con la Juventus, invece, si parla del futuro di Domenico Berardi: «Possibile. Ma non è detto. La Juventus ha un diritto di opzione a 25 milioni senza scadenza che può esercitare nel caso arrivino altre offerte. In questa stagione Berardi, pur dando un grande contributo, non ha giocato al meglio delle sue possibilità. Ma è un calciatore di classe superiore e un ragazzo molto serio, un po’ introverso e, se permette, preso di mira dagli arbitri. Intanto abbiamo riscattato dalla Roma per 3,5 milioni il 23enne Politano che ha disputato un bel finale di campionato».

IL PROGETTO – Il Sassuolo, invece, potrebbe un giorno aspirare all’ingresso in Champions League: «Il nostro scudetto arriverà con la qualificazione alla Champions League. Di più è impossibile. In Italia c’è la Juventus che quasi sempre taglia il traguardo dei 90 punti. Come superarla? Noi ci siamo riusciti in una partita, è già tanto. Il Leicester può contare su una città di 400mila abitanti e già un anno fa vantava un bilancio di quasi 140 milioni di euro. Nel prossimo arriverà a 230. Noi siamo a 60 milioni di ricavi, possiamo arrivare a 70-75 con qualche plusvalenza, non più. Ne siamo consapevoli». Però c’è lo stadio di proprietà: «L’abbiamo acquistato per 3,7 milioni dal tribunale fallimentare, l’abbiamo rimodernato e soprattutto abbiamo rifatto il terreno con una tecnologia particolare che ci è stata richiesta anche dal Real Madrid. Il massetto di calcestruzzo, trattato con un materiale particolare, Mapesoil, ha una capacità drenante superlativa, lo s’è visto nel match con l’Inter. Non è il solito campo in erba sintetica e naturale».

I CONSIGLI – Squinzi poi spiega il tipo di riforme che avrebbe attuato se fosse a capo del sistema calcistico italiano: «Innanzitutto avrei distribuito i diritti tv in maniera più equilibrata prendendo a modello il sistema della Premier League: 50% in parti eguali a tutti, 25% in base al piazzamento, 25% secondo altre chiavi. In secondo luogo avrei limitato l’importazione degli stranieri, soprattutto da fuori Europa per avvantaggiare i giovani italiani che oggi non hanno sbocchi: magari con un regolamento di autodisciplina, senza contravvenire alle regole dell’Ue di cui sono un convinto assertore. Per ultimo avrei cercato di portare più gente allo stadio con una diversa politica di marketing».

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