Bradley Wright-Phillips fa sognare i tifosi dei New York Red Bulls a suon di gol

L’ultima giornata di MLS è stata ricca di colpi di scena: il più clamoroso è stato l’ampia vittoria nel derby della Grande Mela dei Red Bulls sui New York City con grande protagonista e autore di una doppietta Bradley Wright-Phillips, fratello e compagno di squadra del più noto Shaun, ex-Chelsea.  Nonostante la sconfitta la squadra allenata da Patrick Vieira è a un punto dalla vetta, mentre i cugini si sono portati a due lunghezze di distanza dai Philadelphia Union, primi nella Eastern Conference a quota diciotto punti. Altra notizia di giornata è stata l’interruzione della striscia negativa di sei partite degli Orlando City di Kakà sui Montreal Impact, i quali hanno perso il primato e sono scesi fino al quinto posto a pari punti con Red Bulls e Toronto. A Ovest invece la situazione resta più o meno stazionaria con i Colorado Rapids primi a solo un punto di vantaggio dai Dallas. Più staccati invece si trovano Real Salt Lake, Whitecaps e Galaxy con gli stessi punti in classifica.

LA GIORNATA – Una vera e propria debacle è avvenuta ai danni dei New York City per 7-0 rimediata nello stadio di casa contro i Red Bulls, apparsi in grande forma fin dall’inizio andando in vantaggio al 3’ minuto di gioco e rimanendo padroni del campo fino al termine della gara. Vittoria importantissima anche per gli Orlando City che hanno vinto contro i primi della classe fino all’ultima giornata, i Montreal Impact, con il risultato finale di 2-1. Importante vittoria anche per i Chicago Fire per 1-0 contro gli Houston Dynamo, risultato che fa ben sperare in una risalita di classifica i primi e relega sempre più in fondo i texani. Brutta sconfitta per i Vancouver Whitecaps contro i Portland Timbers per 4-2 con i canadesi che si sono visti fermare la striscia positiva dopo tre vittorie consecutive, mentre i secondi hanno interrotto sempre a tre partite la loro serie di sconfitte.

TORO SCATENATO – Dopo esser stato il miglior marcatore della squadra riserve del Manchester City nella stagione 2003/2004, fu promosso in prima squadra l’anno successivo. Esperienza durata due anni sostanzialmente in anonimato. Ben migliore fu la sua permanenza a Southampton, dove ebbe sin da subito un forte impatto segnando un gran gol al suo debutto. Tuttavia sarà probabilmente ricordato tra i tifosi biancorossi più che altro per le sue vicende extra-calcistiche: nel 2008 Bradley e un suo compagno di squadra furono arrestati con l’accusa di aver rubato soldi, cellulari e altri oggetti di valore all’interno di un bar. Un anno dopo ci ricascò, questa volta un ventunenne tifoso dei Saints accusò lui e un altro suo compagno di esser stato aggredito nel bel mezzo della notte, ma questa volta andò meglio ai due calciatori che furono scagionati per mancanza di prove. La dirigenza ne ebbe fin sopra i capelli delle sue bravate, a tal punto che decisero di cederlo lo stesso anno. Così, dopo quattro anni passati tra Plymouth e Charlton, arrivò il suo trasferimento in Major League, ai New York Red Bulls, dove condivise il reparto di attacco anche con un certo Thierry Henry. Nella Grande Mela si è affermato, ha segnato più di 50 gol in poco meno di quattro anni, e possiamo starne certi, continuerà a gonfiare la rete.