2016
Van Gaal, la ricostruzione di un disastro
Manchester United a Mourinho: il caos con lolandese
Louis Van Gaal sollevato dall’incarico di guida tecnica del Manchester United dopo due annate, al timone dei Red Devils si insedia Josè Mourinho: un avvicendamento che era nell’aria da oramai qualche mese, concretizzatosi al termine della corrente stagione. Il tecnico portoghese ripartirà dall’Europa League: non certamente il suo habitat naturale, ma la sfida si fa ancora più intrigante.
IL DISASTRO DI VAN GAAL – Prima di tutto la cronaca dei fatti: nel primo anno alla guida del Manchester United, Louis Van Gaal ha chiuso il campionato al quarto posto, lontano 17 punti dal Chelsea campione e scavalcato anche dai cugini del City e dall’Arsenal. Quarti di finale di FA Cup eliminato dall’Arsenal, secondo turno di Football League Cup buttato fuori dal Milton Keynes Dons, realtà militante in terza divisione. Il tutto senza giocare in Europa. La stagione seguente quella del riscatto? Neanche a dirlo: Manchester United addirittura quinto in Premier League e fuori dall’Europa dei grandi, rendimento internazionale disastroso, con l’eliminazione dalla fase a gironi della Champions League e la seguente sconfitta agli ottavi di EL dai connazionali del Liverpool. Ottavi di finale di Football League Cup, ancora fuori da una realtà di serie minore quale il Middlesbrough, la vittoria della FA Cup può salvare soltanto parzialmente un biennio ai limiti del disastroso.
LE RAGIONI – Guardando giocare in maniera approfondita il Manchester United, le convinzioni sono rimaste immutate nel tempo: la squadra di Van Gaal è apparsa in grado di esprimersi soltanto a sprazzi, a folate, sfruttando la rapidità dei suoi attaccanti o qualche sussulto d’orgoglio. Poco altro, tutto l’opposto del modello armonioso e dinamico che ha sempre inseguito il tecnico olandese. Esponente di quella scuola Orange che da oltre un quarantennio intende svincolarsi dalla rigidità del ruolo, in nome dell’ambizione del calcio totale. Il resto lo ha fatto l’ossessiva ricerca dell’esperimento: conseguenza una continuità del tutto minata. Prima Mata e Depay, presto scomparso dai radar dopo essere stato incensato dal tecnico stesso, poi Martial (tardiva la corretta disposizione in campo) e Lingard, infine il giovanissimo classe ’97 Rashford. Capitan Rooney da trequartista, spesso in arretramento con compiti quasi da regista, una mediana mai equilibrata nonostante il dispendioso acquisto di Schneiderlin. Con quella posizione di Fellaini mai realmente intesa: insomma il caos.
PASSAGGIO DI CONSEGNE – Il risultato finale è stato quello di condurre l’organico ben al di sotto delle sue reali possibilità, di un valore sportivo ed economico che è secondo soltanto a Barcellona e Real Madrid. Louis Van Gaal ha continuato a specchiarsi troppo, tradito proprio dal suo edonismo. Se l’obiettivo era quello di trovare qualcuno più umile, beh, non era esattamente Jose Mourinho il profilo ideale: scelto invece per razionalizzare una matassa apparsa fin troppo caotica. Meno innamorato di modelli calcistici potenzialmente evoluti, il portoghese è figura che bada al pratico: pochi imperativi ma decisi, evidenti, il tutto passa dalla costruzione di una mentalità vincente che è giocoforza mancata nella breve era Van Gaal. I risultati dovranno essere diversi, ma non hanno mai spaventato lo Special One: sarà super derby con Guardiola, super Premier con Conte, Klopp, Wenger, Ranieri e via discorrendo. Con il Manchester United che difficilmente vorrà giocare la parte dello spettatore di lusso.