2016
Atalanta: per il 3-4-3 ci sono Niang e Suso
Oltre a Paloschi si segue pure Zapata, Pinilla sarà l’attaccante sacrificato
Con Gian Piero Gasperini come allenatore (quasi ufficiale il suo addio al Genoa), l’Atalanta punta a rifare mezza squadra sul mercato. Si parte dal presupposto che ci sarà un cambio di modulo: Gasperini, da sempre fedele a 3-4-3, opterà decisamente su quello schema, senza dubbio. Di sicuro allora arriverà un esterno d’attacco: al momento Alejandro Gomez e Marco D’Alessandro sono utili alla causa, ma non bastano. Gasperini avrebbe chiesto il suo vecchio pupillo al Genoa M’Baye Niang: l’attaccante del Milan è sul mercato dopo il tuffo di testa da un tetto in piscina immortalato in un video qualche giorno fa. Oltre a Niang, l’Atalanta avrebbe chiesto al Milan anche Suso Fernandez, altro giocatore che Gasperini ha avuto al Genoa (quest’anno): occhio perché Suso piace anche allo stesso Genoa, che vorrebbe trattenerlo ancora in prestito. Come punta centrale, oltre al nome di Cyril Thereau (Udinese) si fanno spazio anche altre possibilità, ma ci saranno pure delle cessioni.
ATALANTA: ZAPATA CON PALOSCHI, VIA PINILLA – L’alternativa numero uno è sempre Alberto Paloschi, per cui si tratta con lo Swansea City: la differenza tra domanda ed offerta sarebbe di appena un milione di euro, ma l’Atalanta ha già un mezzo accordo con lo stesso Paloschi. Qualora lo Swansea, che non è certo a corto di denaro, non dovesse cedere l’attaccante italiano, l’Atalanta punterebbe su Duvan Zapata del Napoli (quest’anno in prestito all’Udinese), ma non è escluso che i nerazzurri possano andare diretti anche su più di un attaccante, visto che ormai è scontata la partenza di Mauricio Pinilla, che non ha feeling con Gian Piero Gasperini (cosa nota) e che potrebbe servire per fare cassa. Così come si farà cassa, oltre che con Pinilla, anche con Luca Cigarini, che piace alla Fiorentina e non solo: da qui l’Atalanta riparte per il 3-4-3 di Gasperini e cambia pelle pure in attacco, con Paloschi dal Galles o Zapata dal Napoli, scrive oggi L’Eco di Bergamo.