2016
I fratelli di Ronaldo
Portogallo campione dEuropa: le chiavi di Fernando Santos
Non che il grande Cristiano li ami particolarmente, del resto il carattere dell’astro portoghese gli impone di pensare sempre e comunque prima al suo tornaconto personale: si scherza, in parte, ma in altra parte no ed è innegabile che Ronaldo non sia il prototipo dell’uomo squadra che ha sempre la parola pronta per sostenere il compagno. Quanto invece un fenomeno anche nella sua spiccata individualità.
EPPURE IERI… – Mosso da motivazioni collettive o meno, il prossimo Pallone d’Oro (sarà il quarto della sua personale collezione) è rientrato nello scenario di Saint-Denis all’inizio del primo tempo supplementare per sostenere i suoi compagni con uno spirito mai visto prima. Ad un certo punto, in preda al turbinio di emozioni di una nottata palesemente diversa dalle altre, sembrava essersi sostituito al suo allenatore: il bravo Fernando Santos quasi sullo sfondo, lui a dettare indicazioni alla squadra, a caricarla in ogni momento, a raccogliere infortunati – vedi Raphael Guerreiro – a bordo campo per rilanciarli nella mischia. Alla fine, comunque la si giri, Cristiano Ronaldo ha regalato l’agognato successo internazionale al suo Paese, al suo popolo, al suo Portogallo, così riempiendo anche l’ultima casella di una carriera oggettivamente da fuoriserie della storia del calcio.
I PROTAGONISTI – La cronaca della partita è oramai nota a tutti: Ronaldo fuori dopo una manciata di minuti, i suoi – amati o meno – compagni di nazionale tanto operosi da portare a casa un trionfo alla vigilia oggettivamente insperato. Si parte dal portiere: Rui Patricio ha disputato un Europeo sopra le righe. Come i suoi compagni emerso alla distanza e dunque nella fase ad eliminazione diretta, ha firmato veri e propri miracoli che hanno tenuto in vita il suo Portogallo nei momenti più complessi. Leader difensivo Pepe, ma questo che vi piaccia o meno era già noto, al suo fianco ha fatto bene Josè Fonte, ma la reale novità in retroguardia è data dall’esplosione dell’esterno sinistro Raphael Guerreiro (classe ’93): nato in Francia – le trame del destino – da padre portoghese, ha devastato le corsie dei campi di Euro 2016 senza soluzione di sosta, senza perdere lucidità (e dunque qualità) nella scelta finale. Il Borussia Dortmund, prelevandolo appena prima dell’exploit, ha fatto bingo.
VARIETA’ DI SOLUZIONI IN MEDIANA – Qualche segnale in tal senso era già emerso in sede di convocazioni, i valori poi sono emersi strada facendo: William Carvalho (‘92), inizialmente in seconda fila nelle scelte di Santos, ha presto indotto il commissario tecnico alla retromarcia e – salvo squalifica in semifinale – non è più uscito dal campo. Ne ha fatto le spese il più pubblicizzato Danilo Pereira (’91). Carvalho ha dominato in fase di interdizione: recuperi ed immediati rilanci di manovra, se alle volte è apparso sgraziato a nessuno può essere sembrato poco efficace. Poi i tanti jolly a disposizione del coraggioso Fernando Santos: centrocampisti dalle caratteristiche meno nette e dunque più polifunzionali, anche nello scambio di posizioni a gara in corso. Si sono imposti il giovanissimo Renato Sanches (’97), Joao Mario (’93) ed Adrien Silva (’89): i primi due di gran passo e proiezione offensiva, il terzo si è reinventato in chiave posizionale, garantendo equilibrio ad una macchina che prima era apparsa un tantino propensa a scoprirsi. Qui ne ha fatto le spese Andrè Gomes (’93), protagonista annunciato e mancato, ed in misura minore Joao Moutinho (’86). Davanti Nani (’86) ha fatto ferro e fuoco: anche quando non ha segnato ha lottato come un leone, non si è fermato un attimo, ha corso per due. Si è tolto i suoi sfizi anche Quaresma (’83), la meravigliosa pagina finale è tutta di Eder (’87): vecchia conoscenza italiana – il suo gol fu decisivo nell’amichevole persa dalla nazionale di Conte con il Portogallo un anno fa – si è disegnato la favola perfetta. L’eroe che subentra, fredda il popolo di casa e manda in visibilio la sua gente. Glielo avessero raccontato prima… Ah, ci aveva pensato proprio Ronaldo.