Marcello Nicchi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, ha parlato dell’attuale situazione vissuta dal settore federale, a partire dalla possibile introduzione della tecnologia a supporto dei direttori di gara: “Il gioco vale la candela? Spendere tutti questi soldi per evitare pochissimi gol non gol? Non so se è meglio spendere queste risorse per inserire telecamere nei campi, oppure dedicarli nei vivai del settore scolastico-giovanile. Se si vuole cambiare la regola, prima si cambi quest’ultima, e poi noi la applicheremo. Sarebbe come chiedere ad automobilista di fare una strada in senso contrario”. Il discorso passa poi all’ipotesi di aumentare a sei il numero di arbitri sul campo: “Allo stato attuale non ha avuto un impatto incredibile. à? servito certamente come deterrente per un maggiore rispetto delle regole. Al momento non abbiamo le risorse economiche ed umane per poter portare a sei il numero degli arbitri in Serie A, B e Lega Pro. Se poi, si fa uno studio, e si dice che: nei prossimi anni si porta a sei il numero di arbitri delle partite, ci attrezzeremo e faremo quello che si deve fare”. Chiusura relativa eallo scandalo sulle calcio scommesse: “Abbiamo una struttura, attraverso la quale, tutto quello che dovesse apparire anomalo, in qualunque partita, dai giovanissimi alla Serie A, noi segnaliamo alle autorità  competenti ogni anomalia. Gli arbitri e gli assistenti sono anche dei controllori sparsi sul territorio. Questo prevede anche il protocollo etico stabilito dal CONI. Se sono tranquillo? Sono più che tranquillo. Abbiamo due regole molto semplici: il rispetto delle regole e l’imposizione del regolamento. Tutti sanno che non c’è possibilità  di comportamenti anomali da parte degli arbitri. Se qualcuno, un domani, non dovesse rispettare le regole, sarà  un problema suo. Verrà  messo fuori dall’AIA e dovrà  difendersi a sue spese nei tribunali preoposti”, le parole riferite da Nicchi ai microfoni di SkySport24.