Euro 2012, promossi e bocciati: finalmente Balotelli, male Van Persie. Le quattro sorprese - Calcio News 24
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Euro 2012, promossi e bocciati: finalmente Balotelli, male Van Persie. Le quattro sorprese

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Con la finale di Kiev che ha visto imporsi la Spagna sull’Italia e sancire il Triplete iberico mai realizzato da nessuno prima, si è concluso il Campionato europeo 2012: alla conferma della corazzata spagnola – seppur meno brillante del recente passato – si oppone il fallimento olandese. Poco convincenti le proposte inglesi e francesi, solito incubo italiano per la Germania. Eccellente l’Europeo degli uomini di Prandelli, bene il Portogallo ad un passo dalla finale. Ecco una panoramica di promossi e bocciati dalla competizione.

FINALMENTE BALOTELLI – Croce e delizia di Inter prima e Manchester City poi – noto il solito contrasto tra potenzialità del calciatore e aspetto comportamentale – questa volta Mario Balotelli non ha sbagliato: guidato alla perfezione dal tecnico di Orzinuovi, ha disputato partite di spessore dando un peso notevole all’attacco azzurro. E mostrando una personalità spaventosa: da brividi la doppietta alla Germania in semifinale, partita che lo può finalmente elevare a crac del panorama calcistico europeo e candidarlo a star assoluta del prossimo Mondiale di calcio. La conferma più importante arriva dal blocco spagnolo: vincere aiuta a vincere, è noto, e gli uomini di Del Bosque alla resa dei conti si sono dimostrati più solidi degli avversari: una sola rete al passivo e gestione motivazionale delle partite di altissima scuola. Trascinatore Cristiano Ronaldo: ottima la manifestazione del portoghese, poco freddo però nella gara decisiva contro i cugini spagnoli.

FLOP VAN PERSIE, MALE ROONEY – Arrivato in Polonia-Ucraina come star tra gli attaccanti e potenziale crac della competizione europea – 37 le reti stagionali e di altissima fattura in 48 presenze nell’Arsenal – Robin Van Persie ha deluso le aspettative. Certamente non coadiuvato da una squadra irriconoscibile, il bomber olandese non è stato però in grado di trascinare il gruppo come riesce alla perfezione nel suo club d’appartenenza. Capitolo a parte per Rooney: il suo Europeo, in concomitanza con la squalifica latente dalle qualificazioni, è durato soltanto due turni. Il fenomeno del Manchester United non ha però inciso a dovere nella sfida con l’Italia, elemento in ombra di una squadra che ha rinunciato ad una proposizione attiva di gioco. Inappuntabile la Germania nel suo cammino fino alla semifinale, quattro gare in cui ha dimostrato la superiorità di un movimento calcistico in piena evoluzione di talenti: male in termini di personalità di fronte all’Italia, le gambe dei tedeschi hanno tremato ancora una volta. Insufficienti Benzema, Ribery, Mario Gomez, Robben e Snejider.

LE SORPRESEAlan Dzagoev: seppure in sole tre gare, il talento russo del Cska Mosca ha sfornato tutto il suo bagaglio. Classe 1990, bagaglio qualitativo inestimabile per un centrocampista che corre e sa inserirsi con i tempi giusti: tre le reti siglate sotto gli occhi dell’intera Europa calcistica, si prevede bagarre per assicurarsi le prestazioni del promettente russo. Jordi Alba: ancora un prodotto della cantera blaugrana, il laterale spagnolo ha appena fatto ritorno alla casa madre per 14 milioni di euro, dopo le esperienze con il Gimnàstic ed il Valencia: classe ’89, concentrato in fase difensiva e straripante sul versante sinistro. Gli inserimenti in zona gol – vedi in finale – completano il quadro di un calciatore dal futuro assicurato. Mario Mandzukic: classe ’86, fresco acquisto del Bayern Monaco che ha premiato la sua vena realizzativa da attaccante puro. Potente fisicamente, il croato sa alternare il lavoro di squadra con la fase di finalizzazione, svariando costantemente sull’intero versante offensivo. Marco Reus: se di sorpresa si può parlare per uno dei massimi talenti del calcio tedesco. Impiegato con il contagocce da un Loew alle prese con problemi di abbondanza in quel settore, il neoacquisto del Borussia Dortmund – storia simile a quanto accaduto a Jordi Alba, prima ceduto e poi riacquistato – quando impiegato ha messo in mostra il suo enorme talento. Classe ’89 e valore già pari a 20 milioni, Marco Reus ha un futuro certo da stella del calcio mondiale.