2012
La Viola è sbocciata: riuscire dove in molti hanno fallito
Mentre impazzano le polemiche su un nuovo episodio arbitrale, che rischia di rovinare uno dei campionati più incerti, e per questo bellissimi degli ultimi anni, c’è una squadra che, stando completamente alla larga da certi discorsi extra-calcistici, ha messo alle spalle un recente passato da dimenticare e ha costruito un progetto tecnico e societario interessante, con il ritorno tra le primissime posizioni della classifica.
La Fiorentina, costruita in estate con il ritorno alle spese intelligenti di Andrea Della Valle, il saggio lavoro in sede di mercato di Daniele Pradè e del capo degli osservatori di Eduardo Macià e la sagacia tattica del giovane maghetto Vincenzo Montella, ha scalato posizioni su posizioni, mettendo sul campo un gioco tra i più divertenti e spettacolari d’Europa, che per il momento consente al popolo viola di godere dall’alto della terza posizione in classifica, con gli stessi punti del tanto decantato Napoli e con una sola lunghezza da recuperare nei confronti dell’Inter, fin qui l’unica squadra capace di mettere in seria difficoltà la compagine gigliata, quando sono già trascorse tredici giornate di campionato.
Tutto è partito durante i caldi mesi della scorsa estate, quando la lista degli epurati dalla rosa che ha raggiunto a fatica la salvezza era lunga quasi quanto il fiume Arno: via, tra gli altri, i vari Cerci, Montolivo, Natali, Kharja, Gamberini, Kroldrup, Behrami, Amauri, De Silvestri, Lazzari, Felipe e Vargas, alcuni tra i giocatori più importanti, ma che nell’ultima annata hanno reso ben al di sotto delle aspettative. Di contro, i già citati Pradè e Macià hanno svolto un lavoro a dir poco certosino nella ricerca di rinforzi mirati in tutti i settori del campo, per consentire a Montella di gestire una rosa forte e al tempo stesso composta da giocatori duttili, capaci di giocare al meglio delle loro condizioni in diversi sistemi di gioco.
Partendo dalla permanenza di Stevan Jovetic, per la cui permanenza la famiglia Della Valle ha fatto di tutto, si è dato dunque il via all’arrivo di gente forte e determinata, come Borja Valero e Rodriguez, reduci dalla bruciante retrocessione con la maglia del Villarreal; il roccioso Roncaglia, divenuto in pochissimo tempo un autentico totem per gli uomini della Fiesole; Viviano, vecchio seguace della Viola e ora guardiano dei suoi tre pali; Cuadrado, velocista della fascia destra e desideroso di affiaccarsi in una piazza prestigiosa ed esigente; El Hamdaoui e Toni, attaccanti molto simili ma diversi, sopratutto nell’approccio alla nuova stagione; Aquilani, vero genio del centrocampo che a Firenze ha ritrovato anche continuità di prestazioni. Infine, il capolavoro di mercato: via un giovane di grande talento come Nastasic, partito alla volta di Manchester in cambio di ben quindici milioni più il cartellino del connazionale Savic. Un vero e proprio colpo di genio, sia per le dimensioni economiche dell’affare, sia perchè non c’è stata una grossa perdita sul piano tecnico.
E così, la parola è finalmente passata al campo, con le prime vittorie e anche qualche sprazzo di bel gioco, che ora è diventato la regola in casa viola: la grande Juventus messa all’angolo ma uscita imbattuta solo per mancanza di fortuna; l’Inter affrontata a viso aperto e non battuta per le intuizioni dei suoi uomini migliori, così come il Napoli. Poi tante vittorie, belle e importanti per condurre la formazione gigliata in quello che, se il campionato finisse oggi, sarebbe un piazzamento che vale il ritorno in Champions League. Lì dove solo la Fiorentina di Prandelli, Mutu e Gilardino riuscì ad arrivare, e dove potrebbe sbarcare a breve la formazione guidata da Montella, Jovetic e Aquilani.