Sampdoria, Mustafi: "Ora c'è chimica nella squadra" - Calcio News 24
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2012

Sampdoria, Mustafi: “Ora c’è chimica nella squadra”

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SAMPDORIA MUSTAFI – Una delle note positive di questo negativo inizio di stagione della Sampdoria è Shkhodran Mustafi, difensore tedesco di origini albanesi, che si è raccontato a Il Secolo XIX.

Signor Mustafi,è vero che a scuola era bravissimo in chimica?

«Il prof mi aveva preso in simpatia, mi aveva fatto piacere la materia. Avevo 1.9 di voto, in Germania è quasi il massimo».

Si può dire che ha trovato la chimica giusta per giocare nella Samp?

«In un certo senso…».

A che posto si colloca il derby nelle partite della sua carriera?

«Al primo. Con l’Under 17 tedesca avevamo giocato ad Abuja, in Nigeria, davanti a 62.000 spettatori. Mi sembrava già una situazione ambientale particolare, ma dopo avere visto il Ferraris domenica… non ci sono paragoni».

I tifosi blucerchiati hanno scoperto un Mustafi esterno destro.

«Beh, non è la mia posizione, ma noi calciatori pur di giocare saremmo disposti a tutto. Quando prima di Palermo l’allenatore mi ha detto “giochi e giochi a destra”, non ho mica risposto “nein”. Ma un grande “ja, danke”, sì grazie».

Dopo avere giocato a Palermo e il derby si sente un titolare?

«No. Per me la cosa decisiva è sentire la fiducia dell’allenatore. In B ero stato utilizzato solo l’ultima di campionato a Varese, gara che contava poco. In A prima di Palermo, mai. Ora so che Ferrara mi“vede” e questa consapevolezza mi fa osservare le cose da un’altra prospettiva. Anche se dovessi tornare in panchina».

Tra l’altro Ferrara le ha dato fiducia in due partite dal risultato particolarmente “pesante”, anche per il futuro.

«Sì, però ero così felice di avere l’opportunità di scendere in campo che questa euforia mi ha aiutato ad anestetizzare un po’ il resto. Io poi ho un carattere particolare,quando gioco schiaccio il tasto “forget”, dimentico tutto. Non so se è un bene o un male. Però per me è così».

Si immaginava, dopo Palermo, di essere confermato?

«Sinceramente no. Anche perché sono andato in Polonia con l’Under 20 e sono rientrato a Bogliasco solo venerdì. Pensavo che due soli allenamenti potessero essere troppo pochi prima di una partita così speciale».

Dalla Germania ha ricevuto qualche richiesta di intervista?

«No».

Eppure lei è il capitano dell’Under 20.

«Sì ma da noi contano di più l’Under18el’Under21. Epoièsolodadue partite che gioco nella Samp e in Germania se non giochi nella tua squadra di club i mezzi di informazione non ti considerano».

A proposito di Under 20, ha dei consigli per gli acquisti?

«Bittencourt centrocampista del Borussia Dortmund, Yabo centrocampista del Colonia».

Torniamo al derby, partita calda fuori. E in campo?

«Ero stato preparato. Quindi sono entrato in campo sapendo che cosa mi aspettava. Sapevo che era una di quelle partite dove emerge quel lato di boxeur che c’è in te, in senso sportivo, chiaro. Io non mi sono preoccupato, a parte che non mi preoccupo mai. Anche perché ho giocato in Inghilterra, nell’Everton, e là quasi ogni partita dovevi infilare i guantoni. Agonisticamente è stata una partita molto dura».

Tra l’altro il pugilato le piace.

«Sì, anche se non l’ho mai praticato. Una delle mie migliori amiche è Christina Hammer, due volte campionessa del mondo. Mio padre Kujtim invece sì, ha tirato di boxe, ma per divertirsi con gli amici».

Suo padre era al derby.

«Sì, e adesso è qui a Bogliasco per l’allenamento. Ho dato a lui la mia maglia di domenica. A casa, a Bad Hersfeld, c’è una stanza dove tiene tutte le mie cose, magliette, coppe, coppette… questa maglia non poteva mancare».

Dopo queste due partite per lei cosa è cambiato?

«Tutto. Innanzitutto mi sento più dentro alle cose della squadra. Non che prima mi sentissi un estraneo, ma quando non giochi mai psicologicamente è un po’ difficile. Ora mi sento più coinvolto».

L’estate scorsa a Bardonecchia lei girava in borghese per il paese i tifosi quasi non la riconoscevano.

«È cambiato anche questo. Lunedì sono andato a girare al Porto Antico, e mi sono fermato diverse volte per autografi e fotografie. Mi sono reso conto ancora di più che cosa significhi per un sampdoriano vincere il derby. Oggi (ieri, ndr)qui a Bogliasco sono venuti ad appendere questo striscione su Icardi, mi hanno spiegato il significato ed è stato molto divertente. Una tifosa ci ha portato una torta allo yogurt, con il 3-1 riportato con lo zucchero a velo. Incredibile».

Se lei fosse un appassionato di calcio e vedesse una squadra, come è il caso della Samp, perdere sette partite di fila e poi vincere il derby, che ne penserebbe?

«La vittoria in un derby ti dà “power”, è un propellente di fiducia per tutto. E penserei che questa squadra è in ripresa. Però, se fossi un appassionato di calcio tedesco,mi direi che sette sconfitte consecutive sono comunque un po’troppo…bisogna dare continuità domenica prossima contro il Bologna».

Ma se non avesse fatto il calciatore avrebbe fatto il chimico?

«Nein».