2012
AIA, Nicchi: “Basta insinuazioni, miglioreremo”
AIA NICCHI – Eletto nuovamente a capo dell’AIA, Marcello Nicchi ha parlato alla Gazzetta dello Sport del clima positivo dopo la sfida Milan-Juventus, nonostante l’errore dell’arbitro Rizzoli: «Ho sentito dei commenti di grande buon senso. Le parole di Gigi Buffon sono da rimarcare. Si può ancora parlare di calcio senza buttarla in gazzarra e soprattutto dare un esempio positivo ai giovani: perdere fa parte del gioco, come le decisioni dell’arbitro. E vi chiedo: non è più bello così? La gente è stufa di polemiche. In campo era da fischiare. Da spettatore dico che si è discusso per ore sull’anatomia di un braccio, dove inizia e finisce l’ascella. Ci vuole una cultura sportiva nuova. L’arbitro decide in una frazione di secondo. La moviola è un’altra realtà. Metterle a confronto le due cose non ha senso. Quindi allenatori e giocatori dovrebbero evitare in campo proteste plateali. Non solo, i dirigenti dovrebbero evitare di fare i tifosi, rilasciando dichiarazioni a caldo che sono come benzina sul fuoco. Mi riferisco a Moratti? Parlo in generale perché il problema è generale. Ma sia chiaro: insulti non ne accettiamo. Gli arbitri devono essere tutelati perché senza di loro non si gioca».
Il numero 1 dell’associazione italiana degli arbitri ha poi proseguito: «Non siamo permalosi, ammettiamo e continueremo ad ammettere i nostri errori. Il nostro compito è migliorarci sempre, limitando gli sbagli. Parliamo di professionisti che si allenano ogni giorno: per questo non sono accettabili frasi e insinuazioni tipo «arbitro incapace» o peggio «svista voluta». Ci vuole rispetto: che facciamo quando un grande giocatore manca un gol da pochi passi, diciamo che lo ha fatto apposta o che può capitare? Certe parole vanno pesate. E lo dico da presidente di una associazione devastata da Calciopoli. Oggi siamo ritornati grandi: nel 2006 gli internazionali erano 7, adesso 10».
In merito all’introduzione dei giudici di porta, Nicchi ha spiegato: «Gli arbitri addizionali sono indispensabili perché il calcio è cambiato. Oggi un Rivera si ritroverebbe a mal partito, come i fischietti di un tempo. Compreso il sottoscritto. E poi si parla senza conoscere i dati: da inizio stagione sono state prese 35 decisioni dai giudici di porta, 31 corrette. Occorre solo perfezionare i meccanismi: Collina all’Uefa ci ha messo tre anni. Vedrete che altre federazioni ci seguiranno. Anche perché la tecnologia, a parte il gol non gol, probabilmente non passerà mai. E non certo per nostra volontà».