2012
Fiorentina, Montella: “Genova nel cuore, il Milan…”
FIORENTINA MONTELLA SAMPDORIA GENOA MILAN JOVETIC – Vincenzo Montella ha rilasciato un’interessante intervista per i colleghi del Secolo XIX. L’allenatore della Fiorentina, atteso dalla sfida di domani sera a Marassi contro la Sampdoria, ha ammesso di avere ancora un debole per i colori blucerchiati, facendo anche capire che non sarebbe rimasto indifferente di fronte a un’offerta della società guidata dalla famiglia Garrone: “Ho cominciato a pensare ad allenare già nell’ultimo anno con la Sampdoria, nel 2007/2008. Mi ero infortunato e presi parte a un corso per allenatore ad Alassio. La gestione di uno come Cassano? L’ho già gestito come compagno di squadra, e mi è bastato. Prandelli non lo convoca perchè ha deciso di puntare sui giovani. Il futuro di Jovetic? È un giocatore davvero forte, gli serve solo maggiore esperienza internazionale. Se la Juve lo pagherà per quanto vale… È una battuta, voglio dire che l’idea che qualcuno sia insostituibile in una squadra non mi appartiene. Perchè non mi arrabbio con gli arbitri? Non serve. E poi arbitrare è diventato davvero difficile, il calcio è molto veloce e la TV fruga dappertutto con il suo occhio indagatore, e le polemiche sono all’ordine del giorno. Se ci sono rimasto male per l’addio alla Roma? Ma no, fu una scelta della società. E per il mio percorso professionale l’esperienza di Catania è stata preziosa, sono cresciuto. La scelta della Roma era comprensibile. Per chi tifo a Genova? Non me ne vogliano i tifosi del Genoa, in rossoblù ho vissuto solo una breve parentesi. Alla Sampdoria ho giocato più a lungo e sono rimasto legato alla società e ai tifosi. La Sampdoria non mi ha mai contattato. Se lo avessero fatto? Non voglio mancare di rispetto alla Fiorentina, ma penso che mi sarei seduto ad ascoltare la proposta. La Sampdoria è una società alla quale sono rimasto molto legato. Il Milan dietro l’angolo? Non è proprio così, è stato Galliani a manifestare la sua stima non tanto per me quanto per la Fiorentina e il suo modo di giocare al calcio. Un riconoscimento che va dunque suddiviso con la società, il ds Pradè, il team manager Guerini. Altrimenti si travisa il concetto di quanto Galliani ha espresso.“