Chievo, Corini: "Torino avversario ostico" - Calcio News 24
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2012

Chievo, Corini: “Torino avversario ostico”

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CHIEVO VERONA CORINI – In vista della gara contro il Torino, Eugenio Corini ha svelato qualche retroscena passato legato alla squadra piemontese: «C’è sempre stata grande amicizia e sintonia con Cairo: lui mi voleva fortemente da giocatore ed è stato il primo a credere nel mio nuovo ruolo di allenatore. Lui ama il Toro, forse non ha trovato ancora la chiave giusta per la stabilità. Nel 2009 avevo questa possibilità di proseguire con il Torino, ma non volevo essere un peso per la società dopo la retrocessione. Più che un rimpianto, è un peso: era la mia ultima stagione da calciatore e chiuderla così mi ha fatto male. Purtroppo l’infortunio al tendine mi ha tenuto a lungo lontano dal campo e il mio apporto in quei mesi difficili è stato inferiore alle aspettative… Mi dispiace per il Toro: l’ho voluto fortemente a 37 anni, rimettendomi in discussione, ma non è bastato», ha dichiarato a La Stampa l’attuale allenatore del Chievo Verona, che sul momento della squadra clivense ha spiegato: «E’ stata la mia rinascita da calciatore ed ora è la grande opportunità da tecnico. Io aspettavo una panchina in Lega Pro ed invece mi hanno chiamato in A. Mi carica questo e insieme stiamo facendo di tutto per vincere l’ennesimo scudetto. Siamo partiti in forte ritardo, ma l’ultimo successo dà forza al lavoro fatto. Anche se non dimentico che quattro partite fa, con il Siena, i tifosi ci hanno fischiato per il pari. Pure il Chievo è cambiato, ora la serie A è una cosa normale. Per questo non possiamo abbassare la tensione: chi si ferma, ha smesso…».

E sulla sfida con i granata ha proseguito: «Torino? È realtà dura. La piazza granata vive di calcio e ha una storia straordinaria: è un  vanto, ma anche un grande onere. Devi avere due palle così per scendere all’Olimpico in certi momenti. Però questo Toro ha Ventura, che è un maestro di calcio, e tutte le caratteristiche per raggiungere l’obiettivo.  Da tecnico ho studiato a fondo il suo Bari, soprattutto la costruzione corta dietro in difesa e i movimenti in avanti dei centrocampisti. Allenare il Torino? Le strade del Signore sono infinite e l’ho compreso sulla mia pelle..».