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2012

Esclusiva – Giuliani (agente Fifa): “Come è cambiato il calcio brasiliano. In Italia scouting insufficiente”

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Alexandre Pato e Robinho nel prossimo mercato di riparazione sicuramente saranno i due giocatori intorno ai quali girerà maggiormente il futuro economico del Milan. Dai piedi dei due brasiliani passa la possibilità di autofinanziamento della squadra rossonera e anche per i due attaccanti sarà fondamentale trovare una destinazione valida e che possa rilanciare la loro carriera. Entrambi sono sempre più indirizzati verso il Brasile, la loro patria, per combattere chi la nostalgia e chi un problema psicologico mutuato in fisico da troppo tempo. Per parlarne la nostra redazione ha contattato il dottor Nicola Giuliani, agente FIFA attento ai movimenti del calcio brasiliano, che ha così risposto alle nostre domande.

Pato e Robinho sono i giocatori intorno i quali girerà il mercato di gennaio. La nostalgia del primo è così forte da costringerlo a tornare in patria o c’è dell’altro dietro?
Sicuramente questa è una politica che sta attuando il Milan, che ha deciso di cedere due pezzi importanti della propria rosa. Il calcio brasiliano sicuramente sta cambiando e molti brasiliani, come si è sempre saputo, stanno soffrendo di nostalgia e vorrebbero tornare a casa. Robinho è un giocatore di altissimo spessore: solo chi gli è vicino può dire se realmente vuole andarsene per una questione di nostalgia o se ci sono dietro altri motivi, ma indubbiamente farà bene anche in patria. Ha sempre giocato in top club europei e non mancherà di confermarsi in Brasile.

Per quanto riguarda Pato, invece, pensa che tornare a casa possa dargli maggior solidità fisica e aiutarlo psicologicamente a combattere i suoi problemi?
Oramai il treno dei top club europei è passato: ha perso la possibilità di legarsi a un club inglese e anche al Paris Saint-Germain, quindi resterà soltanto il Brasile come possibilità finale. Psicologicamente lì può andare a cercare la tranquillità di casa e ritrovare la serenità che possa rilanciarlo.

Invece sembra che ci sia sempre più difficoltà ad arrivare in Europa dal Brasile: Ganso, Neymar, Paulinho provano a resistere in Brasile ad esempio.
Il problema delle società di oggi è legato alla mancanza di investimento nello scouting. Bisogna iniziare ad agire come i club inglesi per essere presenti sul territorio e scoprire giocatori anzitempo. Il prodotto finito oramai, per noi, costa troppo: questo perché l’Inghilterra e la Spagna hanno un potere economico superiore, pertanto arriveranno sempre prima e meglio sul giocatore sudamericano. Se noi riuscissimo a concentrarci con gli osservatori in un determinato Paese faremmo sicuramente meglio di adesso. Dovremmo fare come fa, ad esempio, l’Udinese.

La crescita economica del Brasile di questi ultimi anni rischia di mettere definitivamente a tacere il dominio europeo?
Sicuramente è curioso vedere come Seedorf abbia scelto il Brasile dopo tanti anni in Europa e ora toccherà anche a Pato e Robinho. Il potere contrattuale dei top club brasiliani è importante ed è cambiato: lo stesso Neymar non si libera dal Santos, così come Ganso, proprio perché la situazione ora è diversa.

Chiudiamo con una domanda circa il corso per agenti Fifa che organizzerà a gennaio. di cosa si tratta e, soprattutto, come vede il futuro di questa professione? Non pensa stiano nascendo sempre troppi procuratori?
Il 19 gennaio a Milano terremo il primo incontro per un mini corso propedeutico al corso che poi faremo a marzo in vista dell’esame da procuratore. Il secondo incontro sarà una settimana dopo a Pescara dove interverrà anche il direttore Fabio Lupo che metterà a disposizione la sua esperienza da dirigente. Non è assolutamente vero pensare che sia un esame semplice e che tutti riescono: l’anno scorso su 600 iscritti all’esame soltanto 30 sono riusciti a ottenere l’abilitazione. Tra questi anche Luca Ariatti, che dopo un’ottima carriera da calciatore è riuscito a distinguersi per umiltà e impegno in questo nuovo percorso di lavoro. Ha dimostrato a tutti i costi di voler fare il procuratore e ha messo tanta dedizione in questo percorso. Si è comportato da alunno modello.
 

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