2012
Torino, Cairo: “Vogliamo Barreto, Bianchi rimane”
TORINO CAIRO – Tempo di bilanci per Urbano Cairo, ma non economici: il presidente del Torino, intervistato da La Stampa, ha riassunto il 2012 granata: «È stato un anno consapevole. La seconda promozione ha portato quel realismo che non poteva esserci nel 2006. La prima è stata quella dell’incoscienza e anche dell’onnipotenza: mi sembrava possibile tutto. Questa, invece, è stata la promozione della maturità e il 2013 deve essere l’anno del consolidamento e del Filadelfia: una promessa che va mantenuta».
Il patron granata incorona il lavoro di Ventura: «Oscar a Ventura, ma come simbolo e rappresentante dell’intera squadra. Lui mi ha fatto passare dalle riflessioni sui singoli a quelle sul gruppo. È stata una rivoluzione copernicana: dall’io al noi. Forse, però si è realizzato quello a cui auspicavo da sempre. Credo nel valore della continuità e purtroppo non l’avevo trovata per errori miei e per qualche scelta non felice. Ora questo valore è arrivato, grazie anche a Ventura. Mi ha aiutato a vedere la realtà in maniera diversa».
In vista della riapertura del mercato a gennaio, Cairo ha aggiunto: «Faremo innesti mirati e molto limitati. Dovranno dare un valore aggiunto, ma chi arriva in questo Toro dovrà imparare per un mese e magari giocherà solo alla quinta partita. Servono soprattutto disponibilità e tecnica: il rinforzo giusto deve avere queste caratteristiche. Almiron? Il Catania non lo cede: è un ottimo giocatore e ormai è diventata una leggenda metropolitana. Non è sul mercato. Barreto? Bisogna capire che cosa vorrà fare l’Udinese: i rapporti sono buoni, anche se con i Pozzo non si fanno mai affari. Vediamo: Barreto o altri ancora. Maxi Lopez? A luglio ne avevamo parlato ed era una delle ipotesi. Da quei giorni non ho più parlato con nessuno. Bianchi? Non sono venuto a Ragusa per discutere il suo contratto. Rimane con noi e ci deve dare una mano».
Sul derby, invece, Cairo guarda già al ritorno: «È stato un evento sfortunato, ma quel che è stato è stato. L’espulsione di Glik? Le partite durano 90’, conta il punteggio finale. Avremo la rivincita, ci sarà il ritorno…», e sull’elezione del presidente di Lega, il presidente del Torino conclude: «Abodi? Il mio voto non gliel’ho dato perché non ho condiviso il modo in cui si è presentato. La cosa fondamentale è avere un consenso vasto attraverso un programma e non essere caldeggiato da una squadra».