2013
Napoli, Armero non basta. Un mercato da centrare in pieno
Con la trattativa inerente al laterale colombiano Pablo Armero in dirittura d’arrivo – quattro i milioni di euro totali (uno per il prestito e tre per il riscatto obbligatorio della comproprietà a giugno) che serviranno a prelevare la metà del calciatore dell’Udinese – il Napoli è alle prese con la campagna acquisti più complessa della sua recente storia. La società questa volta sa di non poter sbagliare ed ha anticipato i tempi: gennaio sarà un mese caldissimo per mettere a segno operazioni già avviate.
DIFESA – Non adeguatamente rinforzata in estate, è il primo settore dal quale sarebbe dovuto passare il tanto agognato salto di qualità. Se poi aggiungiamo la circostanza della squalifica per omessa denuncia nel caso Gianello di Cannavaro e Grava – in primis l’assenza del capitano partenopeo, s’intende – e la cessione di Aronica al Palermo ecco che si apre necessariamente il mercato in entrata. Ad un Napoli che vuole restare competitivo ai massimi livelli occorrono due innesti: un difensore di spicco ed una pedina che possa fungere da alternativa meglio di quanto possa farlo l’oramai bocciato Federico Fernandez. Si parla insistentemente di Silvestre come obiettivo principale perché gli altri nomi caldi costano troppo: l’opinione personale è quella che l’argentino dell’Inter possa rappresentare una discreta alternativa, ma che l’approdo principale debba giocoforza essere altro. Necessariamente previo un investimento pesante. Accantonato il sogno Ogbonna, il nome deve rispondere alla caratura di interpreti quali Astori, Danilo o, soluzione low cost, Burdisso. In seconda battuta Neto. Capitolo portieri: inadeguato Rosati, per ora serve un vice De Sanctis. Restano da affrontare una delicatissima seconda fase di campionato – dove il Napoli sarà chiamato a centrare il ritorno in Champions League – e la fase finale dell’Europa League: impensabile farsi cogliere impreparati.
CENTROCAMPO – Il rinforzo fondamentale doveva arrivare necessariamente sul versante sinistro: Zuniga impiegato in un ruolo che non gli può appartenere non ha mai convinto, ed era ora che Mazzarri riconoscesse tale circostanza ed aprisse le porte ad un arrivo. Ecco Armero: probabilmente non un fenomeno ma un calciatore che, se in ottima condizione fisica, può garantire grande spinta sull’out mancino. La scelta estiva di confermare Donadel in organico non ha convinto in pieno: probabile che qualcosa si farà anche nel mezzo del campo, con un acquisto che possa rappresentare un’alternativa più credibile al trio svizzero anche sotto il profilo delle caratteristiche. Attualmente non è questa la priorità di Bigon, non è da escludere che l’operazione possa essere rimandata alla prossima estate.
ATTACCO – La società ha voluto attendere altri quattro mesi prima di sconfessare il milionario investimento che, nello scorso gennaio, portò Eduardo Vargas a vestire la maglia del Napoli: il cileno ha deluso tutti, peccando essenzialmente in termini di personalità. Già bocciato da Mazzarri, ora anche dalla dirigenza: potrebbe partire verso il Sudamerica in prestito con diritto di riscatto, operazione che darebbe il lasciapassare all’approdo di un vice Cavani, pedina che manca all’organico partenopeo. Circolano i nomi di Floccari e Bianchi, ma ricorre con più insistenza quello di Emanuele Calaiò: un ritorno che da un lato sa di minestra riscaldata, dall’altro premierebbe la crescita – anche sotto l’aspetto realizzativo – che l’ex centravanti del Napoli ha fatto registrare in quel di Siena. Può bastare? A volerla dire tutto servirebbe ben altro. Anche alla luce della partenza di Lavezzi che ha tolto velocità ed imprevedibilità alla manovra partenopea: non obbligatoriamente dunque una soluzione low cost che funga esclusivamente da vice Cavani – per quel che serve, poi – ma una pedina in grado di alterare gli equilibri. Quella garanzia di rendimento che, finora, è arrivata solo in parte dal giovane Insigne e da un Pandev particolarmente sottotono. I fondi ci sono: il tesoretto diritti tv/Champions League sommato alla cessione milionaria di Lavezzi al Psg è stato utilizzato soltanto in parte: se non in attacco, sarà quantomeno opportuno investirlo in pieno nella rifondazione della difesa.