2013
Fiorentina, Aquilani: “Juventus favorita, ma la Roma..”
FIORENTINA AQUILANI – Durante l’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, Alberto Aquilani ha parlato del campionato e della corsa scudetto, che vede in pole la sua ex squadra, la Juventus: «Sì, ma del resto se spendi duecento milioni di euro, prima o dopo è pure normale vincere. Sarebbe patologico il contrario. Andrea Pirlo identifica lo spirito di questa Juventus. Per loro è un giocatore assolutamente determinante. Lazio? E’ una squadra quadrata, rognosa, a misura del suo allenatore, una persona umile, sempre concentrato nel proprio lavoro. E poi hanno giocatore che è fuori dalla media, Miro Klose. Uno come lui ti risolve le gare in un secondo. Però, io dico anche che la Lazio non è meglio della Fiorentina di oggi», ha dichiarato il centrocampista della Fiorentina, che poi ha parlato della Roma: «La Roma è, in prospettiva, la squadra più forte. Ha un potenziale di giovani leve di prim’ordine. I giallorossi faranno parlare di sé a lungo nel tempo. Totti è Totti. Punto. Lo conosco, ma riesce sempre a stupirmi. E’ troppo forte, ma attenzione, perché lui non è un centrocampista. E’ una punta che fa giocare bene il resto della squadra e segna un gol dietro l’altro. Lui vede tutto con quella frazione di anticipo che gli permette di fare la differenza. Se è il mio capitano? Quando ero un ragazzino era il mio capitano, oggi le cose sono un po’ cambiate. Io identifico il calcio con un altro giocatore, Zidane. Zizou era davvero bello da veder giocare. Osvaldo? E’ un giocatore importante, ma voi qui dovreste conoscerlo molto bene. In fondo vi ha portato in Champions League».
Il mediano viola ha poi proseguito l’analisi passando alle milanesi: «Il fatto è che da club di cotanto blasone ci si aspetta sempre il massimo. Ma fanno fatica, anche perché le loro campagne acquisti non sono più sontuose come in passato».
Ed, infine, ha spiegato il retroscena della fascia di Gerrard regalata a Pasqual: «Bene. Una volta ho sentito che era uno dei suoi giocatori preferiti, che si stava prodigando per provare a mettersi in contatto con lui. Gli sono andato vicino e gli ho detto: “Manuel, forse ti sei dimenticato da dove vengo. Gerrard è stato il mio capitano”. L’ho chiamato e adesso ce l’ha stretta al suo braccio».