Italia, Prandelli: ?Aspetto Icardi e.. Balotelli!? - Calcio News 24
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Italia, Prandelli: ?Aspetto Icardi e.. Balotelli!?

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ITALIA PRANDELLI – Nell’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, il commissario tecnico dell’Italia ha parlato della situazione in casa azzurra ed in particolare di alcuni giocatori in orbita: «Marchetti sta facendo bene, lo seguiamo. Potrebbe essere con noi alla prossima. Ma con me Buffon è titolare da qui alla fine del mondo. Criscito e Santon vanno bene. De Sciglio ha confermato di essere un ragazzo di grande prospettiva, buono per due fasce. Schelotto terzino? E’ lui il primo a non esserne convinto. Invece deve, perché è lì che può imporsi a livello internazionale e tornarci utile. Da ala ha gamba, ma non un dribbling irresistibile. Anche Colantuono gliene ha parlato. Chiellini? Si fa male spesso per la sua irruenza. E’ il suo modo di giocare, la sua forza. Preferisco uno che si famale a uno che non lotta», ha dichiarato Cesare Prandelli, che poi ha parlato anche di Lodi, Verratti e Florenzi: «Volevo portarlo all’Europeo. Ne parlai con Montella, poi feci una scelta di prospettiva: Verratti nella lista dei 30. Anche per questo mi è sembrato scandaloso che in Italia se lo siano lasciati scappare: un under 21 già arrivato in Nazionale. Sta faticando? Un passaggio cruciale, che capita a tutti i giovani: smetti di essere una novità e tutti diventano più esigenti. E’ qui che devi dimostrare forza. E’ qui che i grandi fanno il salto. Florenzi? Ha il vantaggio di essere stato sempre nel suo ruolo ideale. E, date le sue caratteristiche, gioca con una generosità che ti porta a perdonargli qualche errore».

L’allenatore della Nazionale ha poi parlato di De Rossi e Balotelli: «Chiamare De Rossi? Non serve. E non devo essere io a coccolarlo. Giusto che affronti da solo, in modo adulto, il momento con il suo allenatore. Daniele è tosto. Uscirà rafforzato e in azzurro ci metterà ancora più orgoglio. Balotelli? Abbiamo parlato per telefono, gli ho dato consigli personali, che restano tra noi. La situazione calcistica è chiara: è fermo ai gol di giugno alla Germania. Siamo quasi a febbraio. Chi ricorda una bella giocata da allora? La speranza è sempre la stessa: che Mario decida di investire finalmente su di sé; che dica una buona volta: okay, ora divento il più forte del mondo; che metta in cantina il personaggio e lasci parlare solo il calciatore. Io ci credo sempre. Per nessuna ragione un allenatore può permettersi di mollare tanto talento. Non esiste un allenatore che più di Mancini meriti la riconoscenza di Mario. Lo ha voluto, difeso. Mario deve fare ciò che gli chiede Roberto. Il Milan? Non mi riguarda. Con noi non ha mai sgarrato. Sempre l’ultimo a presentarsi all’allenamento, ma mai in ritardo. Sempre sul filo. Rispetto a Mancini ho il vantaggio di averlo per periodi brevi… Ma all’Europeo è stato impeccabile».

Riguardo El Shaarawy e i “giallorossi” Destro e Osvaldo, invece, ha spiegato: «Ricordo i commenti dopo il suo esordio contro l’Inghilterra. Molti lo criticarono. Io invece vidi la corsa di un giocatore vero, che lottò con generosità per la squadra. Gli dissi: “Vai e dai il massimo al Milan. Ci rivedremo”. Non avevo bisogno che segnasse 14 gol. Mi bastava quello che avevo visto. Quante seconde punte segnano 14 gol? Confederations? Devo ancora parlarne con Mangia. Le finali europee dell’Under 21 sono importanti, ma la priorità è la Nazionale. Ce li divideremo. Credo che El Shaarawy e Verratti saranno con noi. Destro incostante? Ha 20 anni (22, ndr)… Zeman gli farà solo bene. Osvaldo? E’ portato a strafare e non accetta che non gli riesca ciò che ha in testa. Da qui le reazioni. Maturità significa accettare le difficoltà, gli avversari, convivere con il disagio. Crescerà. I gol comunque li fa».

E poi circa delle possibilità novità all’orizzonte ed il suo futuro, Prandelli ha chiosato: «Uno su tutti: Icardi della Samp. Vuole l’Argentina? A noi ha detto altro… Gli abbiamo parlato, c’era un’intesa, poi è successo qualcosa. Ma ci speriamo ancora. Futuro? Ho in testa il Mondiale. Davvero. Mettiamola così. Valorizzare giovani e ricominciare da capo dopo un paio di anni l’ho già fatto. Vorrei un squadra o un progetto per vincere. Ora voglio vincere. In Italia non è facile. Il progetto che ha più futuro è la Roma: età bassa e qualità alta».

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