UEFA, Collina: "L'errore ci sta, il razzismo..." - Calcio News 24
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UEFA, Collina: “L’errore ci sta, il razzismo…”

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UEFA COLLINA RAZZISMO – Intervistato dai colleghi della Gazzetta dello Sport, Pierluigi Collina ha parlato delle recenti attività, svolte in Italia sul tema arbitrale, come l’addizione dei giudici di porta. L’ex fischietto viareggino, ora designatore degli arbitri per l’UEFA, ha poi detto la sua sul tema del razzismo, facendo capire che c’è una normativa vigente in campo continentale per casi come quelli visti a Busto Arsizio: “L’errore fa parte della vita di un arbitro,ma è un’opportunità per crescere. C’è sempre qualcosa che potevi fare, magari un particolare. Da solo è impossibile per l’arbitro avere un controllo totale. Con gli addizionali è più semplice: si possono dividere i compiti. Con i giudici di porta si creano condizioni migliori per controllare le situazioni a rischio e per diminuire gli errori. Nessuno ha mai pensato che con gli addizionali questi potessero scomparire. Fa parte della fallibilità umana. Chi vuole trovarli avrà sempre materiale a disposizione. Oggi, però, meno di prima. Ma non vorrei che fosse il giochino di qualcuno, solo perché fa comodo parlare contro. Il calcio è cambiato. E molto. Sostenere che bastano due occhi per gestire la gara è anacronistico. Poi si può ancora migliorare. Figc e Aia hanno avuto coraggio. Ci vuole pazienza, ma i risultati sono positivi. La faccenda dei ruoli non esiste, sono ben definiti: la responsabilità finale è dell’arbitro centrale. I giudici di porta devono aiutare e supportare, ma l’ultima parola spetta a chi ha il fischietto. L’Italia ha il merito di aver indicato la via. Altre federazioni stanno seguendo l’esempio. Addizionali in campionato anche in Polonia, Ucraina, Turchia, Israele, Belgio e Ungheria. La Russia inizierà con la Coppa. E poi in alcune partite in Romania, Bosnia, Slovacchia e Repubblica Ceca. Come ci si comporta in caso di razzismo? Il razzismo, come le scommesse, è un cancro da combattere, altrimenti il calcio muore. Come ha ricordato di recente Platini, dal 2009 la Uefa ha un protocollo molto preciso che gli arbitri devono rispettare. In presenza di insulti e cori plateali, la prima fase prevede un breve stop e l’avviso agli spettatori di cessare tali atti. Se la situazione non migliora, si passa a una vera e propria sospensione (5-10 minuti) con le squadre negli spogliatoi e un altro annuncio che questi comportamenti non saranno più ammessi. Il passo finale è l’interruzione definitiva del match in accordo col delegato Uefa e il responsabile sicurezza. Si tratta di una scelta difficile, ma gli arbitri devono essere pronti a prenderla. E’ il loro compito.

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