Ghana, Boakye: "Sogno la finale, in Italia ho imparato a vincere" - Calcio News 24
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2013

Ghana, Boakye: “Sogno la finale, in Italia ho imparato a vincere”

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GHANA BOAKYE SASSUOLORichmond Boakye è uno degli attaccanti più promettenti del calcio africano. L’attaccante del Sassuolo, in prestito dalla Juventus, è attualmente in ritiro con la sua nazionale, il Ghana, per la Coppa d’Africa. Lì è stato raggiunto da Tuttosport ieri:

Quando la vedremo esordire col Ghana?
“Spero presto. Purtroppo mi sono infortunato alla caviglia nell’ultimo allenamento prima di arrivare in Sud Africa con la squadra. Il più è passato, sono fiducioso”.

Sorpreso della convocazione?
“Mi allenavo, lavoravo e in cuor mio ci speravo. E’ stato un bellissimo regalo di Dio”.

Il suo Ghana giovedì ha vinto contro il Mali.
“Siamo un gruppo forte e possiamo arrivare in fondo. Il mio sogno? Beh, il massimo sarebbe un gol in finale. Ma prima speriamo di arrivarci…”.

In Nazionale quali sono i suoi punti di riferimento?
“I due Asamoah. Gyan (ex Udinese, ndr) per il ruolo e i movimenti in campo. E’ un attaccante completo. E Kwadwo (Juventus, ndr) per i comportamenti. E’ un po’ il mio fratello maggiore. Da quando ci siamo conosciuti quest’estate nel ritiro della Juve siamo sempre rimasti in contatto. Ci sentiamo spesso e adesso che siamo in ritiro mi dà molti consigli. Qualche volta parliamo anche in italiano. Sì, mi dice: ‘Frate non fare questo, frate comportati così’. Kwadwo è serio e tranquillo, ma in campo è devastante”.

E’ Drogba l’attaccante più forte della Coppa d’Africa?
“E’ un grande e lo ha dimostrato in tutti questi anni. Io però preferisco Gyan Asamoah”.

Quando guarda Drogba…
“Cerco di imparare certi suoi movimenti. Attacca la porta sempre al cento per cento: in questo è unico”.

Come lo vedrebbe in Italia?
“Un campione come lui può giocare ovunque”.

In Sud Africa sono arrivati gli osservatori dei migliori club europei.
“A me non interessa granché, devo pensare solo ad allenarmi e giocare al massimo. Oltretutto io sono già di proprietà di due grandi squadre come Juventus e Genoa“.

L’aspetto più bello di questi primi giorni di Coppa d’Africa?
“Vedere e ascoltare la nostra gente che canta le canzoni ghanesi. Mi mancavano, del resto è quasi 5 anni che vivo in Italia. I cori mi danno un’energia pazzesca”.

Si dice che le squadre africane siano molto allegre negli spogliatoi.
“Prima della partita cantiamo almeno 5/10 minuti. Tutte musiche nostre. Non c’è un dj, ma un leader sì: e il nostro è Gyan Asamoah”.

E si prega?
“Sì. Finiti i canti comincia il silenzio e ognuno di noi prega. Mussulmani e cristiani mischiati”.

Tradizioni rispettate anche a tavola?
“Diciamo di sì. Al posto della vostra pasta mangiamo riso ghanese. Io vado matto per il kenkey, un piatto a base di mais”.

Col Sassuolo, in serie B, ha segnato 9 gol: quale obiettivo si è dato?
“Mi piacerebbe arrivare a quota 18/20. Grazie ai miei compagni e al gioco di Di Francesco penso di poterci arrivare”.

La rete a cui è maggiormente affezionato?
“Quella contro l’Ascoli: ho calciato mentre stavo cadendo. Ma pure quella al Brescia“.

La Juventus ha prenotato il suo compagno Berardi.
“Ragazzo fantastico e attaccante con ottime qualità: è pronto per una grande”.

La qualità migliore di Boakye?
“L’istinto. Quando sono a ridosso dell’area è come se sentissi una voce che mi dice ‘Dai, tira, tira’. E quando capita, destro o sinistro non fa differenza: io ci provo”.

Per quale squadra tifava da bambino?
“Ne avevo tre, una per ogni campionato. In Italia la Juve perché Appiah era un idolo, in Spagna il Real Madrid per Zidane e in Inghilterra il Manchester United per Beckham“.

Il suo attaccante modello?
“Sono tre: Cavani, Del Piero, Eto’o“.

La cosa che ha imparato più in fretta in Italia?
“L’importanza della vittoria. Il primo a insegnarmela è stato Gasperini, un vero maestro ai tempi del Genoa. Ma anche Conte e Di Francesco insistono molto sul concetto: vincere, vincere, vincere…”.