2013
Capolavoro Ventura: Toro quasi corsaro a Milano
Questa volta il Torino non ha fatto il turista a Milano com’era successo qual che tempo fa a Napoli ma gioca una grandissima partita alla scala del calcio, mette sotto l’Inter a casa sua con personalità, senza timori reverenziali, fa la partita fino al 94’, centra il sesto risultato utile consecutivo e dimostra di aver raggiunto quella maturità necessaria per gestire partite contro avversari di rango superiore per centrare la salvezza senza troppi patemi d’animo.
STUDIO – In campo c’è una grande differenza tra le due squadre: i torinisti sanno esattamente cosa fare e come farlo, tra le fila nerazzurre, invece, la sensazione è quella dell’improvvisazione in attesa dell’acuto dei singoli. Ventura, come sempre, ha studiato la partita nei minimi dettagli e con una gara capolavoro rischia addirittura di uscire da San Siro con i tre punti in tasca, cosa che non accade dal 14 febbraio 1988, giorno in cui Cravero su rigore aveva trascinato i suoi alla vittoria. Mister libidine alla vigilia l’aveva detto: “Spero che i miei abbiano imparato la lezione dell’andata e giochino in maniera più sfrontata. Non importa il risultato, ma importa l’atteggiamento”. E l’atteggiamento di Bianchi & C. è stato esemplare.
REAZIONE – Nonostante abbiano subito il gol di Chivu a freddo (punizione fischiata al contrario, ndr) hanno reagito aggredendo gli avversari e trovando il pareggio con Meggiorini, che deve però ringraziare la clamorosa ingenuità di Guarin, al suo primo gol in serie A con la maglia granata. Poi hanno continuato a fare la partita stordendo gli avversari con il consueto possesso palla e con ripartenze letali dalle fasce. Da una di queste ad inizio ripresa arriva l’inaspettato raddoppio dello stesso ex attaccante del Novara che in un solo colpo si toglie lo sfizio della sua prima doppietta in A dopo parecchi mesi di astinenza: accelerazione di Cerci e tap-in da rapace d’area di rigore su cui Handanovic non può nulla. E qui cambia la partita. Le due formazioni si affrontano a viso aperto con continui capovolgimenti di fronte che sfiancano soprattutto i torinisti, stremati dal ritmo tenuto nei primi 45 minuti.
CORSARI – Cambiasso pareggia ma gli uomini di Ventura non si rassegnano. Vogliono provare a vincerla e prima colpiscono un palo clamoroso con Bianchi, poi rischiano il colpaccio a sessanta secondi dal triplice fischio con Meggiorini. Peccato che Handanovic compia il miracolo sul tiro ravvicinato del ragazzo cresciuto a pane e Inter. Per il bomber sarebbe stata l’apoteosi: tripletta personale con colpaccio annesso a Milano. Ma questo è un altro film. Finisce 2-2 e in parità anche per quanto riguarda i rigori non dati: uno su D’Amborsio nel primo tempo, uno su Ranocchia nella ripresa. Entrambi ci potevano stare ma poco importa: resta la grande prestazione del Toro alla scala del calcio e l’indimenticabile serata di Meggiorini.