2013
I top e flop players della 22^ giornata
Ventiduesima di Serie A: ecco la nostra ormai consueta selezione dei migliori e dei peggiori impegnati nell’ultimo turno di campionato.
TOP PLAYERS
Diamanti – Non è la prima volta che l’ex “Hammer” si segnala in questa rubrica per una prestazione ampiamente positiva. Diamanti ha polmoni e piedi, cattiveria (agonistica) e continuità: in poche parole, è un centrocampista completo capace di randellare da mediano e rifinire da mezzapunta. Tra le maglie larghe dell’apparato difensivo zemaniano poi, penetra che è un piacere: gli manca solo il gol, sfiorato clamorosamente in un paio di occasioni ma trattasi di dettaglio. Uno così lo avremmo visto bene in un top (per l’appunto) club nostrano: il pratese comunque, è ancora nella piena maturità tecnica, chi lo prende? Ultima chiamata.
Icardi – O lui nei “Top”, o il suo marcatore (si fa per dire) Terlizzi, nei “Flop”. Siccome il difensore pescarese tra i peggiori ha già dimorato qualche settimana fa, preferiamo per pietà cristiana citare l’italo-argentino tra i migliori dell’ultima giornata e quattro gol, seppure alla più disastrata difesa della A, rappresentano una motivazione sufficiente. E fu così che la Sampdoria pescò il jolly: costato 400mila euro, vale già una fortuna mercantile. Dicasi affare, realizzato con competenza, fortuna e coraggio. Sì, quello di far giocare con continuità i giovani migliori. Peccato che in Italia la lezione sia stata colta con colpevole ritardo: quanti talenti bruciati, anzi, imbalsamati.
Sorrentino – Avrà capito che aria tirerà in rosanero da qui alla fine del calvario, pardon, della stagione. Molte delle speranze di salvezza del Palermo infatti, dipenderanno dalle parate di questo portiere affidabile, sicuro e dotato di personalità. Le case si costruiscono dalle fondamenta: in Sicilia ci hanno messo un po’ a realizzarlo, prima che il bravo Lo Monaco acquistasse, a gennaio, il pilastro indispensabile per evitare la sciagura della retrocessione o terremoto, fate vobis. Meglio tardi che mai, no? Mettiamola così che è meglio…
Meggiorini – Prestazione monstre contro la sua ex squadra (giovanili e ben una presenza in nerazzurro). Sì perché all’Inter hanno la pessima abitudine di scovare talenti per poi spedirli allegramente altrove. Questi presto o tardi, quasi inevitabilmente si vendicano facendo pagare cara ai nerazzurri la poca lungimiranza dimostrata. Scommettiamo che a breve toccherà a Balotelli macchiarsi di matricidio calcistico? Quanto al nostro, due gol a San Siro e un repertorio di giocate astute, tecniche e di gamba: in breve, una rappresentazione irripetibile.
FLOP PLAYERS
Goicoechea – Se Zeman sbatterà il muso contro la sua seconda avventura giallorossa, sarà per scelte discutibili come questa (per non parlare del “caso” De Rossi): Stekelenburg, 54 volte nazionale orange, fatto fuori per questo sconosciuto uruguaiano, che, con tutto il rispetto, non vale i guantoni dell’olandese. Le tre pere di Bologna gli pesano tutte sullo stomaco come una macedonia indigesta e non sono le uniche “perle” di stagione, anzi. Non è mai troppo tardi per rinsavire ma occorre l’umiltà per farlo: il buonsenso richiederebbe il ritorno immediato tra i pali dell’ex Ajax, amesso che lui, Stekelenburg, non ne abbia piene le scatole della Roma e del singolare modo che hanno a Trigoria di valutare i portieri. Autolesionismo allo stato puro.
Jovetic – Insistiamo, magari si sveglia. Sì perché se continua così, a Firenze non avranno più il problema di come trattenerlo la prossima estate: il montenegrino sarà costretto a rimanere nella città del Magnifico per improvvisa carenza di acquirenti. Abulico, estraneo, incocludente: un ectoplasma vestito di viola, il colore della penitenza e della Quaresima. Ma anche dell’attesa e dell’Avvento: ecco, noi tutti attendiamo fiduciosi che Jo-Jo ritorni sulla terra, magari spettinato come un tempo. L’effetto Sansone colpisce ancora? Sarà ma da quando ha potato la siepe/capigliatura indisciplinata, non sembra più lui.
Vucinic – Fa coppia tra i peggiori con il compare del Montenegro Jovetic. ‘Sta storia del genio sregolato ma imprescindibile ha stancato: vaga per il campo ricoprendo d’improperi arbitro e compagni, rei di non parlare il suo medesimo linguaggio calcistico, che, per inciso, è spesso incomprensibile ai comuni mortali. Mirko infatti, gioca in ciabatte manco fosse nel salotto di casa, attento a non rompere porcellane, specchi e pezzi antichi. Ma avete visto come tira? Urge cura ricostituente o l’operato di un buon podologo. Enigmatico ma rinunciamo, e definitivamente, a capirlo.
Rosina – L’aria gelida di San Pietroburgo deve avergli compromesso sensibilità calcistica e piedi (speriamo solo questi). Si mangia un paio di occasioni, cercando di abbattere Padelli a pallonate e nulla più. In granata, un tempo ormai discretamente lontano, era una brillante promessa. Poi l’avventura russa e il declino ad oggi irreversibile. Concreto non lo è mai stato ma con il passare del tempo sembra decisamente peggiorato. Deludente come una vodka scadente.