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2013

Il Caso – Mercato di testa, di cuore e di stomaco

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il caso piccolo

Festa di paese finita, oggi si ripuliscono le strade e si torna alla realtà recente, molto essenziale a dire il vero, ma ce ne siamo accorti e da un bel pezzo. Gli ultimi giorni del mercato invernale hanno regalato qualche bottarello: ormai ci possiamo permettere non più di una raffichetta di fuochi d’artificio e pure di modesta qualità. Sempre meno lussi ed è proprio in queste circostanze di penuria e ristrettezze andanti che bisognerebbe agire più di testa che di cuore.

In pochi lo hanno fatto, anzi, a essere specifici, ci pare che solo il Napoli si sia mosso con raziocinio, rafforzandosi dove doveva. Rolando, infatti, è un ottimo centrale mentre Armero ha doti da incursore notevoli e può coprire bene la fascia, alternandosi con Zuniga. Infine Calaiò: meglio l’ex senese, nonchè cavallo di ritorno, che l’ectoplasmatico Vargas, pauroso flop da quasi 15 milioni di euro e perfida conferma del fatto che non tutti gli stranieri sono adatti alla Serie A. Poco male: supponiamo che ora De Laurentiis ci andrà con i piedi di piombo prima di staccare assegni per presunti fenomeni sudamericani. Pregasi seguirne l’esempio.

Mercato di testa quello dei partenopei, dicevamo; molto di cuore invece, quello delle rivali. Il Milan, in un’ottica da ormai perduta grandeur, ne uscirebbe trionfatore: colpaccio Balotelli, pagato pure (relativamente) poco ed attacco sistemato per il prossimo mezzo lustro. Sì, se non fosse che certi vizi non si abbandonano come case in affitto: saremmo pure menagrami ma dell’ex City poco ci fidiamo e comunque, più che di un attaccante, Allegri avrebbe avuto bisogno di difensori a manciate e centrocampisti scelti, non promesse da Serie B. Operazione elettorale? Ovviamente sì. Definirla abile o scontata non c’interessa: quello che rileviamo è la sconclusionaggine tecnica della scelta. In pratica, come arricchire il salotto di rappresentanza mentre le altre stanze della casa sono sul fatiscente andante. Prima o poi bisognerà pur metterci mano seriamente e allora saranno preventivi amari.

Sarà un caso, ma nel giorno in cui Balotelli diventava rossonero, Moratti si toglieva lo sfizio Kovacic. Undici milioni (più bonus) per uno sbarbatello che ha sulle spalle una quarantina appena di presenze in prima squadra, di questi tempi non è proprio una scelta da codardi, mettiamola così. Una scommessa da roulette russa che dota l’Inter di un centrocampista di grandi potenzialità ma incerto rendimento. Scelta di cuore pure questa, perché la testa avrebbe forse suggerito altro. Kuzmanovic e Schelotto non aggiungono molto alla qualità complessiva della rosa di Stramaccioni. Continuiamo a non comprendere la dismissione Sneijder, tecnicamente un mezzo harakiri: di gente come l’olandese in giro ce n’è poca e costa tanto, anzi tantissimo. Gli avremmo costruito la squadra intorno piuttosto che isolarlo in una gabbia dorata. Rapporto logoro si dirà: beh, sarbbe stato forse il caso di metterci ago, filo e tanta pazienza.

E la Juventus? Il mercato dei bianconeri non è stato né di testa, né di cuore. Di stomaco diremmo, tanto evidente è apparsa la necessità di far di conto per garantire la spesa del fine settimana. Ancora con il panettone in fase digestiva, ecco arrivare il modesto Peluso (lui e Padoin costeranno lo sproposito di quasi dieci milioni di euro), elemento di cui Conte avrebbe potuto fare a meno semplicemente spostando ed adattando, temporaneamente, qualche pedina della rosa (Caceres a sinistra e Marrone titolare al centro della difesa?). L’ex atalantino non ci pare più forte del mediocre De Ceglie, anzi: quindi? Quindi si spreca subito denaro (per il prestito e per il futuro riscatto), rimandando agli sgoccioli del mese la necessità più impellente, quella dell’attacco. Nel frattempo il buon Marotta molesta inutilmente l’Athletic Bilbao per avere subito Llorente e si affida ad intermediari discutibili per convicere Drogba a vestire bianconero. Fallimento su tutta la linea, completato dalla figuraccia Lisandro Lopez, che coinvolge pure Andrea Agnelli: un piatto di lenticchie per un nazionale argentino. A Lione non sono né scemi, né fessi e non hanno l’abitudine di regalare giocatori in prestito come invece Marotta è generosamente uso fare (Ziegler al Fenerbahce, e due: tangente da pagare per avergli ammollato Krasic in estate?). “Prendiamo Anelka ed incominciate a pregare”: sì, che il francese ci metta professionalità, impegno e abbia conservato qualche cartuccia sparabile. Altra scommessa da roulette russa, questa volta però, a buon mercato.

Sarà ma visto l’andazzo, vorremmo essere nei panni di Mazzarri Walter da san Vincenzo. Beh, forse lui un po’ meno e scommettiamo continuerà a ripetere preoccupato che i favoriti sono altri, anzi una sola. Ma con un Cavani così, non si scappa: ora o mai più. Spiacenti Walter ma stavolta non puoi proprio più nasconderti.

“Sì, più che la ragione è lo stomaco che ci guida”.

(Jacques-François Ancelot, L’importante)

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