2013
Juve, dal fango all’incenso: il piacere di essere italiani
La Juve vince al Glasgow e mette a tacere i tanti gufi, forse più italiani che scozzesi, che avevano sperato che il Celtic Park mettesse fine all’avanzata bianconera in Europa. Perché, naturalmente, in questo paese essere tifosi viene prima dell’essere italiani. La Juventus, però, sa bene cosa significa considerare il calcio come una tradizione e soprattutto avere una tifoseria di fedeli.
La Signora non brilla come l’anno scorso, ma sarebbe da pazzi pretendere di più da una squadra che, senza neanche un pizzico di “fortuna”, ha in mano lo scudetto e concorre per la vittoria della Champions League.
Perché la Juventus non avrà l’organico del Barcellona o del Real Madrid, ma in campo valgono grinta e determinazione, non il costo dei cartellini.
Lo stadio del Celtic non ha spaventato i bianconeri, ma ha anzi dato loro la stessa carica dei padroni di casa. Forse perché, a differenza delle altrettanto calde tifoserie di alcuni club italiani, a Glasgow vige la regola della civiltà e del rispetto dell’avversario.
I primi a criticare, si sa, sono quasi sempre in prima fila per le congratulazioni.
Il carro bianconero, però, è già al completo dall’arrivo di Antonio Conte, sempre chiaro al riguardo: chi non vi è salito in fase di programmazione, non ha il diritto di farlo ora.
La Juve non ha rimorsi e in Europa onora anche chi ha sempre infangato il suo nome, ricoprendolo ora di incenso; perché dall’Italia ha ricevuto poco, ma non le ha fatto mancar mai niente.