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Ventura: ?Mi spiace per Cellino, un amico. Domani gara difficilissima?

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Quella di domani a Cagliari sarà una partita molto speciale per Giampiero Ventura che, essendo un veterano delle panchine, si sedette anche su quella dei sardi dal 1997 al 1999 e poi dal 2002 al 2004: “La gara di domani la sento moltissimo rispetto ad altre mie ex squadre – ha detto il tecnico granata durante la conferenza stampa di vigilia -. Sono stati tre anni e mezzo assolutamente indimenticabili. Il rapporto con il presidente Cellino andava al di là di quello professionale ed è stato eccezionale. Abbiamo raggiunto successi sportivi importanti ma anche risultati economici non indifferenti. Abbiamo prodotto cifre iperboliche vendendo Zebina, Muzzi, Macellari e altri, portandole a casa. Io e Cellino lavoravamo in simbiosi e mi sono sentito parte del progetto al 100%. Il centro di allenamento che è stato costruito grazie a quegli introiti lo sento anche mio per metà (sorride, ndr). I tifosi mi hanno dimostrato un calore indimenticabile il giorno in cui sono andato via. Ora il Cagliari occupa una posizione di classifica abusiva perché ha tantissimi giocatori di qualità in rosa. Meriterebbe di stare più in alto. Incontrare oggi il Cagliari è difficilissimo per la condizione che ha. E’ un test molto importante soprattutto per la prestazione che sapremo fornire e non per il risultato finale”.

CELLINO E PORTE CHIUSE – Ovviamente il pensiero del tecnico granata va a Cellino, che sta passando un momento molto difficile: “E’ impossibile farsi un’idea della situazione che riguarda l’Is Arenasperché devi essere dentro per giudicarla. Mi spiace soprattutto per Cellino perché è stato il mio presidente per quattro anni ed è un amico. Spero che la sua situazione di risolva il più in fretta possibile. In quegli anni non mi ha fatto sentire un semplice dipendente”. Un’altra anomalia sarà giocare a porte chiuse: “Situazioni già vissute che fanno parte del calcio. Ma la partita è fatta da quelli che scendono in campo. Sarà un peccato per lo spettacolo che senza il fascino del pubblico, il calore dei tifosi o gli sfottò contro perde molto. Mi spiace per i tifosi granata che vivono in Sardegna perché era l’unica occasione per vederci da vicino così come mi dispiace per tifosi del Cagliari che ci rimettono senza centrare nulla. Ma queste sono le regole e le rispettiamo. Abbiamo lavorato tanto sul fatto che non è il campo o il pubblico a determinare il risultato ma la nostra prestazione. Dopo 30 secondi di sbandamento troveremo comunque gli stimoli per ottenere il massimo. L’ultima volta che ho giocato senza pubblico? Mi sembra contro Cerci che giocava nel Brescia mentre io allenavo il Verona. Fu una delle poche gare che giocò e l’anno dopo decisi di portarlo con me a Pisa”.

CATTIVERIA – La cosa importante è non ripetere il primo tempo di Udine: “Non ho ancora parlato con la squadra ma lo farò. Ci sono due tipi di allenatori o due modi di gestire le cose. Uno è ‘violentare’ i giocatori attraverso le parole per scatenar in loro l’adrenalina. L’altro è seminando i presupposti per far sì che i giocatori utilizzino la propria testa per scatenare l’adrenalina quando dev’essere utilizzata. Io appartengo alla seconda categoria. Il nostro percorso di maturazione continua con il Cagliari per realizzare i sogni dei tifosi ma soprattutto dei giocatori. Parlerò con loro perchè siamo cresciuti attraverso i sacrifici, i rapporti interpersonali e il grande lavoro per costruire un futuro migliore e diventare impermeabili al chiacchiericcio, alle critiche, al risultato da raggiungere per forza, all’arbitraggio positivo o negativo. Impossibile creare una squadra che abbia la mentalità giusta senza una società che ce l’abbia e vada nella stessa direzione”.

CAMBIO MODULO – Il tecnico sta pensando ad un cambio di modulo vista l’assenza di Santana e una squadra, il Cagliari, che gioca con il trequartista: Santana s’era più o meno assuefatto alla posizione. Oggi invece abbiamo Stevanovic e Birsa e parliamo di un giocatore che sta cercando di recuperare il tempo perduto e di un altro che non sta giocando nel suo ruolo e si adatta. Ringrazio entrambi per l’impegno profuso e la disponibilità. Sono molto soddisfatto per la disponibilità totale del gruppo di portare avanti il discorso di avere una nostra identità senza scimmiottare nessuno. Magari tra qualche tempo qualcuno prenderà spunto da noi. Gazzi? E’ troppo utile e lo farò rifiatare quando non ce la farà più. Preoccupato per l’interrogatorio di lunedì? No. Sono più preoccupato io (ride, ndr). Vives variante tattica per bloccare trequartista? Potrebbe essere una chiave tattica da utilizzare all’inizio o a partita in corso. Se all’inizio eravamo noi a doverci adattare agli avversari, ora sono gli avversari che cambiano modulo per affrontarci. Questo vuol dire che abbiamo un’identità e che siamo sulla buona strada per fare la storia del Torino”.

PRESSIONE – La squadra sente la pressione per le sfide contro Cagliari e Palermo? Vincendo sarebbe un allungo importante in chiave salvezza. Oppure, sempre per il discorso che faceva lei sulla crescita non pensate a nulla se non alla prossima gara? “Mi piacerebbe fosse la prima ma bisogna prima passare dalla seconda. Il nostro obiettivo finale è la salvezza, ma per raggiungerla c’è ancora molta strada da fare fino a fine campionato. La salvezza non la raggiungi facendo punti ma con prestazioni che ti portino a farli. Prima quando incontravamo una squadra difficile pensavamo ‘è una partita difficile’. Ora non vediamo l’ora di incontrare una squadra forte per misurarci e capire chi siamo. Questo significa poter diventare un punto di riferimento del calcio italiano”.

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