2013
Feyenoord, Pellé: “Qui un altro mondo. Futuro..”
CALCIOMERCATO FEYENOORD PELLE’ – Sorpresa del Feyenoord, squadra della quale è ormai leader, anche uomo-copertina: è questo Graziano Pellé, che sta impressionando con la maglia del club olandese, a meno tre dalla vetta: «Io una stella? Sto facendo la mia parte. L’Olanda mi porta fortuna? Mi aveva visto Van Gaal, mi ha portato ad Alkmaar nel 2007 dove avevano speso per vincere: 24, tutti forti. C’era Romero, il portiere della Samp, c’era El Hamdaoui della Fiorentina, c’era Dembélé del Tottenham. Al secondo anno abbiamo vinto il titolo, la concorrenza era feroce: nessuno non ha giocato una partita, nessuno le ha giocate tutte. Ho trovato meno spazio, anche per demerito mio. Ma era un problema, perché sono grosso e mi serve continuità. Però sono contento, ho fatto Champions ed Europa League. Feyenoord? Il 4-2-3-1 è costruito per me e la squadra è giovane. Si punta sul vivaio perché la società sta ripartendo dopo anni di crisi», ha dichiarato l’attaccante salentino nell’intervista rilasciata a Tuttosport, dove ha parlato di giovani promesse dell’Eredivisie: «De Vrij a 21 anni è già il capitano. Centrale difensivo intelligente, vede la giocata prima degli altri. A sinistra Martins Indi, che il Milan ha seguito. Solido, non spinge tanto. A destra è bravo Janmaat. È forte fisicamente e bravo a inserirsi. A centrocampo la Fiorentina ha visionato Clasie, un cagnaccio che non si ferma mai. Bravo Trindade de Vilhena, a centrocampo. Un mancino di personalità, deve trovare continuità. Ha 18 anni come Boetius, che Koeman ha preso direttamente dal vivaio all’andata prima dell’Ajax: non l’avevo mai visto, me lo sono trovato titolare. Ho pensato: il tecnico è matto, Boetius ha fatto gol…».
Sul rapporto con i suoi allenatori Pellé ha spiegato: «Van Gaal è un fenomeno, ti migliora anche se non vuoi. Un perfezionista. Qui ci si allena al mattino, poi si mangia e al pomeriggio a casa. Lui ti prendeva a pranzo e ti spiegava cosa avevi sbagliato. Sembra arrogante ma difende sempre il gruppo, pronto a scherzare. Si vede che Mourinho ha imparato, quando gli faceva da secondo. Advocaat parla poco ma lavora benissimo. Allenamenti brevi e intensi, qualità preferita alla quantità. Koeman è una persona eccezionale, bravissimo con i giovani. Ti dà fiducia ma chiede di essere contraccambiato».
Il centravanti ha poi parlato del suo futuro e rievocato il suo passato in Italia: «Amo la loro organizzazione, c’è una base civile che permette di risolvere i problemi. Rotterdam è multietnica, ma senza razzismo. Altro mondo se paragonato all’Italia. Lavorare è un piacere. Mai un ritiro: solo se si gioca all’ora di pranzo. La trasferta più lunga è di due ore in pullman. Gli stadi sono fantastici. Ho un contratto fino al 2017. Al Feyenoord sono grato perché mi ha dato la possibilità di giocare con continuità, penso di averli ripagati. Ma si cerca di migliorare, se arriva l’offerta importante si valuta. Loro cercano sempre di monetizzare. Se resto sono contento: si punta al titolo e all’Europa. Mi sento quasi più olandese che italiano. Avevo fatto molto bene a Cesena, poi sono tornato dall’Az dopo aver giocato poco. A Parma avevo poi davanti Floccari e Amauri: dura giocare, anche se non è una scusante. Ma qui è come se fossi in Italia: tricolori allo stadio e connazionali all’allenamento. Non mancano i ristoranti, anche se io provo ogni cucina. Ad Alkmaar c’è un locale italiano che per me è una seconda famiglia».